Aforisma Lec. Sulle vie del pensiero… Statue
Aforisma Lec. Sulle vie del pensiero… Statue
“Anche sulle vie del pensiero ci sono briganti in agguato. Ovviamente si sentono intellettuali anche loro.”
(Stanislaw Jerzy Lec)
Rivolto a quanti, spesso con deliranti elucubrazioni, giustificano la barbarie in atto in questi tristi giorni. Ormai se la prendono persino con le statue di un immenso scrittore come Cervantes e di un filosofo come Voltaire. Non siamo sull’orlo dell’abisso… siamo già nell’abisso. A quando Marco Aurelio?
“Abbattere le statue è, a sua volta, una forma di razzismo”. Lo storico Alessandro Barbero, in un’intervista al Fatto Quotidiano di Daniela Ranieri, si esprime sulla vicenda relativa all’abbattimento delle statue e alla rimozione dei simboli dai nostri spazi urbani definendo quella dei manifestanti del movimento Black Lives Matter dagli USA a Londra, fino alla polemica italiana sulla statua di Indro Montanelli: “Una battaglia a vuoto, assurda. Una forma di razzismo”.
Rispondendo chiaramente che non condivide le ragioni né il metodo di chi abbatte o danneggia le statue dei colonialisti, schiavisti e razzisti. Diversa sarebbe la questione, risponde Barbero a Ranieri, se in giro ci fosse “una statua dedicata ad Adolf Hitler, cosa che non c’è” in nessuna piazza europea. E all’intervistatrice che gli chiede cosa pensa, invece, del mausoleo al gerarca Rodolfo Graziani voluto nella sua città natale, Affile, lo storico, vera e propria star dei podcast, risponde che sarebbe “a disagio se fosse presente in una piazza di Torino”, ma che si tratta di un’iniziativa del sindaco del Paese natale, alla stregua di quanto si fece in Georgia, nella città dove nacque di Stalin, l’unica in tutta l’ex Unione Sovietica ad avere ancora una statua del dittatore sovietico. Insomma, conclude Barbero, l’esistenza e il senso di un monumento dipendono anche dalla comunità e dal luogo in cui sorge. “Abbatterle – conclude lo storico – tradisce il vizio tipicamente occidentale di voler usare le tracce del passato per parlare dell’oggi”. E che sembra “persino razzista” nei suoi intenti, cioè voler affermare “noi siamo migliori degli altri” in nome della costruzione di un “meccanismo del politicamente corretto”.
Alessandro Barbero dimostra ancora una volta di essere uno storico intelligente, un uomo libero e preoccupato della barbarie in atto.
J.V.