ALCUNE RAGIONI DEL SUICIDIO DEMOCRATICO

ALCUNE RAGIONI DEL SUICIDIO DEMOCRATICO

Economia, immigrazione, pace. Su questi tre temi Trump ha stravinto. La working class non si è sentita compresa dal Partito democratico americano e così il bacino elettorale della sinistra è fuggito verso il tycoon. Poi gli ispanici, tradizionali elettori dem, sono andati verso Trump perché irritati dalle sciocchezze woke su questioni nominalistico-linguistiche (latinx ed altre amenità) mentre incombeva l’inflazione. L’America si è spostata tutta a destra con l’eccezione delle donne over 45, bianche, ricche e istruite. Uno dei maggiori responsabili della disfatta, più ancora della eccessivamente ridanciana Kamala Harris, è Joe Biden che non avrebbe dovuto candidarsi per il secondo mandato e avrebbe invece dovuto avviare le primarie per permettere la selezione di un candidato migliore che si battesse per l’economia, l’inflazione, l’immigrazione illegale e non per lo stupidario woke e la guerra dei sessi. Da molti anni il Partito Democratico ha perso il contatto con la realtà del paese e non ha saputo controllare l’immigrazione illegale al contrario di Obama che era invece assai rigido su questo tema. A causa degli errori di Biden sull’immigrazione illegale ormai la maggioranza degli americani non vuole più nemmeno l’immigrazione legale e quindi tollera e spesso condivide la retorica oscena delle deportazioni. Biden temeva la sinistra del Partito democratico, favorevole all’immigrazione incontrollata e ha così finito per far crescere rabbia e frustrazione nel popolo americano. A distanza di una settimana dalla cocente sconfitta i dem litigano tra loro per scaricarsi la colpa uno sull’altro e, cosa più grave, accusano gli elettori di aver votato “male” il 5 novembre, senza rendersi conto delle proprie responsabilità e della propria cecità. Mentre i dem commettevano errori su errori, Elon Musk e Susie Wiles organizzavano un esercito disciplinato e compatto in grado di affrontare i temi concreti che stanno a cuore ai cittadini a partire dalla riforma fiscale. Così oggi i mercati festeggiano. Controllare l’immigrazione e mettere fine alle guerre è il messaggio chiave che ha vinto. Se i dem vorranno veramente contrastare il trumpismo dovranno affrontarlo sul terreno reale e non su quello salottiero hollywoodiano che innervosisce gli elettori. Occorre riflettere non solo sulla terribile sconfitta ma anche sul voto popolare che dopo molti anni ha visto prevalere i repubblicani. Il paradosso di questa storia è che Biden ha difeso la classe operaia e i lavoratori con buone leggi ma la working class si è irritata per il martellamento sulle questioni identitarie e sulla guerra dei sessi.

Aggiungiamo che candidare una donna nera non è stata una mossa in linea coi tempi. Come Nancy Pelosi aveva previsto gli Stati Uniti sono ancora un paese in larga parte misogino e razzista e Kamala Harris ha pagato duramente questo prezzo. Evidentemente i tempi non sono purtroppo ancora maturi. Infine occorre comprendere che il miglior alleato di Trump è stato… Sanders, il leader dell’estrema sinistra, che con le sue follie woke-identitarie e di violenta opposizione ai mercati spaventa gli elettori moderati. Si parva licet credo che, con le dovute differenze e coi soliti toni da commedia, in Italia stiano accadendo cose analoghe.

J.V.

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