Alcuni appunti su Nietzsche.

Alcuni appunti su Nietzsche.

Tenta di rimediare agli errori cartesiani, e non solo, dovuti alla separazione di cogitans ed extensa. La linea Platone, Cartesio, Kant viene rivista con una robusta iniezione di corporeità.

Il pensiero deriva dalla carne. Prima viene la vita e tutto ciò che non mi uccide mi fortifica. Divenire ciò che si è, ecco il nostro compito esistenziale di pindarica derivazione. Il cielo delle idee è una finzione del nostro inconscio che traveste fisiologiche necessità col mantello dell’ideale. In realtà dobbiamo continuamente scendere a patti con istinti e passioni, corpo e anima sono un un’unica istanza. Accettiamo il nostro corpo e amiamo la vita. Non c’è altro da fare. Dal momento che Dio è morto (ogni forma di divinità è stata uccisa dalla Techne) tentiamo di ritornare ad una saggezza pagana. Possiamo salvarci attraverso l’arte? Sì, se siamo in grado di dire Sì alla vita e No alla sofferenza. Costruiamo una saggezza esistenziale personale, trasformiamo la necessità in libertà e non temiamo la morte. Un percorso pericoloso e vicino all’abisso, ma soltanto rischiando possiamo vivere autenticamente. Tutto ciò dovrebbe renderci più attenti alle sofferenze degli altri, meno giudicanti e più spinoziani. Un po’ di felicità è possibile se diventiamo amici di noi stessi e ci leghiamo alla terra lasciando il cielo a chi sa volare. Noi siamo come Anteo, siamo legati alla terra. Insomma un sano vitalismo realistico, uno sguardo tragico ed una vera psicologia del profondo.

J.V.

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