Ancora qualche nota su Essere e Tempo di Martin Heidegger

Ancora qualche nota su Essere e Tempo di Martin Heidegger

Domanda sul senso dell’essere implicita nella domanda classica “cosa sia l’ente”. L’ente, aristotelicamente, si dice in molti modi. Seinsfrage: qual è il senso unitario di questa molteplicità? Ecco perché dobbiamo riflettere sull’essere in quanto tale. Oblio della Seinsfrage. Piano di lavoro: interpretare l’essere dell’esserci sul piano della temporalità e poi dimostrare che la temporalità è l’orizzonte trascendentale entro il quale si pone la domanda sull’essere in quanto tale. Decostruzione fenomenologica dell’ermeneutica del senso dell’essere, storia dell’oblio dell’essere. Zeitlichkeit (temporalità dell’esserci), orizzonte della Seinsfrage, si chiama Temporalität. Struttura dell’esserci o cura è l’ontologia, dove tutto il sapere (compresa la scienza positiva con modello cosale-oggettuale calcolabile di ente) va riportato al sapere di sé dell’uomo. Non è antropologia filosofica. L’uomo comprende le cose soltanto comprendendo il proprio essere, ma l’essere dell’uomo non è, come esige la tradizione umanistica dogmatica, una cosa tra le cose. L’essere dell’uomo è una domanda. Superamento di Aristotele e Kant. Uomo è chi si chiede che cosa e come egli stesso sia. Domanda inconscia che rende degno l’uomo. Per capire tutto ciò occorre partire dall’esperienza fondamentale dell’oblio dell’essere. Heidegger percorre una via, Wege nicht Werke (vie, non opere). Un’opera non conclusa che riflette sul nesso Storia/Filosofia come Marx, Croce, Gentile, Dilthey per citarne soltanto alcuni. Influenza notevole del maestro Husserl e della sua dimensione logica. Linguaggio e conoscenza, dove il linguaggio è lo spirito vivente, la cultura storica, il patrimonio della cattolicità setacciata da Lutero, Hegel e, soprattutto, Nietzsche. Il modello heideggeriano di ricerca è aritotelico, fondato su descrizione, analisi e teoria. Un modello antiplatonico che rifiuta l’apriorismo e il matematismo assiomatico. In poche parole esistono fenomeni che non occorre salvare, possono essere esclusi. Architettura dell’opera giocata tra la domanda circa il senso dell’essere e l’esplicazione temporale come orizzonte trascendentale, tra origine ontica e destinazione ontologica, tra senso dell’essere ed essenza della verità o essere del senso. Non produce risposta… la insegue. Inseguendo ripercorre Aristotele (analisi del linguaggio ), Platone e Agostino, (imago Dei), Tommaso (Creatore e creatura). Heidegger, Tommaso del Novecento. Ontologia richiede un fondamento ontico, un equilibrio tra temporalità e chronicità. Da qui la distanza heideggeriana dal nazismo come fatto fine a se stesso e brutale (il colpo di stato leninista) o idealità teoretica kantiana, ma nuova casa della verità dell’essere, casa dell’essere… “Solo con l’elaborazione del problema dell’essere in quanto tale… si può arrivare a stabilire se e come tale problema comporti un riferimento intrinseco alla finitezza nell’uomo… la distanza che si vuol colmare o abitare, non è più quella tra Creatore e creatura, ma è certo quella del circolo che bisogna imparare a gestire”.

Forse il sentiero non è interrotto.

J.V.

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