ANDIAMO AL CUORE DEL PROBLEMA: LE TERRE RARE

ANDIAMO AL CUORE DEL PROBLEMA: LE TERRE RARE

È ormai chiaro che gli accordi tra Vladimir Putin e Donald Trump passano dallo sfruttamento delle terre rare ucraine. L’estrazione e la la lavorazione esigono costi assai elevati. Putin ha detto testualmente “La Russia è uno dei leader indiscussi in queste riserve di metalli delle terre rare. Le abbiamo al Nord, a Murmansk, e nel Caucaso, in Kabardino-Balkaria, e in Estremo Oriente, nella regione di Irkutsk, in Yakutia e Tyva… Si tratta di investimenti ad alta intensità di capitale, di progetti ad alta intensità di capitale” e sarebbe ben contento di lavorare con qualsiasi partner straniero nel settore dei metalli delle terre rare, ad iniziare dagli americani. Un accordo con Trump significherebbe per Mosca grosse concessioni territoriali in Ucraina, la graduale eliminazione delle sanzioni e il ritorno sui mercati occidentali delle imprese russe e sul mercato russo di quelle occidentali. Ecco perché Washington cerca di forzare la mano a Volodymyr Zelensky per siglare un partenariato sui minerali critici come forma di ristoro per gli aiuti militari forniti in tre anni. L’Ucraina possiede il 7% della produzione mondiale di titanio ed è tra i cinque paesi leader al mondo in termini di riserve di grafite. Per non parlare dei giacimenti di silicati di nichel, e quindi di cobalto come sottoprodotto. Le terre rare (17 elementi della tavola periodica, scandio, ittrio e lantanoidi) sono indispensabili nell’industria tecnologica e della difesa. Sono utilizzate nei catalizzatori industriali, delle auto (lantanio e cerio), nel vetro per schermare dai raggi ultravioletti e nelle batterie e schermi di smartphone e computer, nei laser. Il territorio di Kiev conta oltre 20 mila miniere, in maggior parte carbone e ferro, e ingenti riserve di terre rare. La Cina produce il 60% di tutti gli elementi usati come componenti dei dispositivi ad alta tecnologia, tra cui smartphone e computer e raffina il 35% del nichel mondiale, il 58% del litio e il 70% del cobalto. L’obiettivo di Trump è spezzare il dominio cinese nel mercato delle materie prime. L’alleanza con Putin avrebbe quindi due obiettivi: il controllo delle terre rare ucraine e il tentativo di allentare l’alleanza tra Mosca e Pechino in vista dello scontro futuro tra USA e Cina. In questo quadro la debolissima UE resterà col cerino in mano: ha finanziato Kiev e ora la vede siglare accordi capestro con gli USA. Stephane Sejournè, vicepresidente della Commissione europea con delega alla Strategia industriale, ha rispolverato un proprio accordo, “vantaggioso per entrambi”, sui minerali e le terre rare dell’Ucraina, dicendo “Ventuno dei 30 materiali critici di cui l’Europa ha bisogno possono essere forniti dall’Ucraina in una partnership vantaggiosa per entrambi… Il valore aggiunto che l’Europa offre è che non chiederemo mai un accordo che non sia reciprocamente vantaggioso”. In realtà l’intervento è tardivo ed è assai probabile che per Bruxelles non vi sia posto al tavolo della spartizione.

Personalmente appartengo alla vil razza dannata di coloro che pensano che la politica si comprenda seguendo l’economia. Lascio a chi è più dotto di me, quindi quasi tutti, le spiegazioni di ordine etico, ideologico e quant’altro.

J.V.

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