ATTESA
ATTESA
“Saper mantenere viva l’attesa. Bisogna darle continuamente nuovi stimoli; il molto lasci sperare il più, e la più grande impresa ne faccia auspicar di maggiori. Non si deve gettar la carta più grossa alla prima mano: è abilità grande il sapersi dosare nelle forze e nel sapere, e l’andar sempre accrescendosi e migliorando.” (Baltasar Gracián)
Il tema dell’attesa è assai presente nella letteratura, da Omero a Buzzati. La fortezza Bastiani è il non luogo dell’attesa per eccellenza. Fin troppo scontato Godot. E poi Isaia “Una voce chiama da Seir in Edom: Sentinella! Quanto durerà ancora la notte? E la sentinella risponde: Verrà il mattino, ma è ancora notte. Se volete domandare, tornate un’altra volta”. Un esercizio di pazienza che oggi è inusuale. E poi il cinema “”Che hai fatto in tutti questi anni, Noodles?” – chiede Fat Moe. “Sono andato a letto presto” – risponde Noodles. La letteratura gioca sul tempo dell’attesa. Scomodiamo Proust e Kafka. La parola scritta così importante rispetto alla parola elettronica. La parola scritta ci aiuta nell’attesa, ci induce a contemplare bellezza e illusioni. In spagnolo aspettare si dice “esperar”, perché in fondo aspettare è anche sperare. L’invidioso ingurgita un veleno e attende che l’invidiato muoia. Anche quando amiamo sostanzialmente aspettiamo. L’amore sa aspettare, non è impaziente, non impone nulla. Il tempo dell’amante viene scandito dall’attesa e dalla struggente malinconia. Viviamo nell’attesa del futuro. Aspettiamo per morire. Così si genera l’ansia e diveniamo immorali. Ma come scrive Cesare Pavese “Aspettare è ancora un’occupazione. È non aspettare niente che è terribile”. Persino l’odio è una lunga attesa. Il libro che stiamo leggendo è un’attesa. Attendere e sperare, sperare e attendere: così si gioca la nostra esistenza in attesa del gran salto.
“Che cos’è la fede? Una corda alla quale si rimane appesi, quando non ci si impicca. Che cos’è la verità? Un segreto che il morente porta con sé. Che cos’è l’amicizia? Un tormento in più! Che cos’è l’attesa? Una freccia che vola e che resta conficcata nel bersaglio. Che cos’è la sua realizzazione? Una freccia che oltrepassa il bersaglio.”
(Søren Kierkegaard, Diario)
Aver pazienza, saper attendere… sempre.
J.V.