Claudio
Claudio (Tiberio Claudio Druso)
Deriso dal nipote, disprezzato dalla madre Antonia (“mostro d’uomo, non compiuto, ma solo abbozzato dalla natura”), tollerato dallo zio Augusto. Zoppo, di salute cagionevole, apparentemente debole di carattere, assai balbuziente. Questa sua debolezza presunta è la causa principale della sua ascesa al rango imperiale. Nel corso del massacro del 24 gennaio, Claudio si nasconde dietro una tenda e prega che non gli venga fatto del male.
Quando il 24 gennaio del 41 Caligola viene assassinato dai pretoriani, del seguito del folle imperatore fa parte un bizzarro personaggio: Claudio, zio di Caligola. Primo imperatore nato fuori dal territorio italico (Lugdunum, odierna Lione nel 10 a.C, nel corso di una campagna militare).
“Dopo l’uccisione di Caligola… Claudio suo zio… cinquantenne… divenne imperatore per uno strano caso. Infatti, trascurato dagli uccisori di Caligola, avendo quelli portato via il numero dei congiunti e dei servi di questo, egli s’era nascosto in una sala di nome Ermeo. Non molto dopo, spaventato dal rumore della porta, proseguì verso il vicino solarium e si nascose dietro alle tende davanti all’ingresso. Qui, essendosi tenuto nascosto ancora, un soldato semplice, visti i piedi lo tirò fuori mentre Claudio si inginocchiava per il timore, ma riconosciutolo, lo salutò imperatore. Poi lo condusse dagli altri soldati, esitanti e frementi. Posto dai suoi sulla lettiga, fu portato nell’accampamento, triste e trepidante, mentre la folla che incontravano lo commiserava, quasi stesse per essere giustiziato pur essendo innocente. Ricevuto entro il vallo, pernottò tra le tende dei soldati, temendo più che sperando. Invero all’indomani, reclamando il popolo una guida per lo Stato, fu salutato da tutti imperatore.” (Svetonio, Vite dei Cesari, V, 10.)
I pretoriani, per convenienza e fedeltà tribale alla sua famiglia, lo considerano il legittimo principe.
Il Senato pensa ad un ritorno alla Repubblica e mal tollera questo nuovo imperatore. La cattiva storiografia di cui gode Claudio deriva in gran parte dall’odio dei senatori. Una cattiva fama ingiusta perché il nostro uomo è un coltissimo studioso di storia, allievo di Livio, buon amministratore, aperto alle innovazioni, scevro da pregiudizi. Purtroppo i suoi scritti sugli Etruschi e sui Cartaginesi sono andati perduti.
Si appoggia ai Liberti Callisto, Pallante, Narcisso per meglio governare aumentando così l’ira dei senatori gelosi delle loro prerogative. Inoltre comprende che Roma per prosperare deve assimilare e cooptare le élites delle nuove popolazioni. Alcuni storici sostengono, con buone motivazioni, che l’impero inglese del settecento non avrebbe subito la ribellione americana se il re Giorgio III avesse integrato nella Canera dei Lords Washington, Jefferson e i leaders della rivolta.
Claudio è lungimirante e capace smentendo così la scarsa considerazione dei suoi familiari nei suoi confronti. Potremmo dire che la sua apparente debolezza gli consente di sopravvivere negli anni tragici del folle nipote Caligola; anni nei quali Claudio studia a fondo il passato di Roma e proprio da questo passato egli trae forza e linfa vitale per governare. Gli storici che vedono in lui un precursore dello Stato moderno sbagliano prospettiva. Claudio trova nelle tradizioni romane la guida del suo buon governo. Fautore di una politica espansionistica; con lui le legioni romane occupano la Britannia. Colto e generoso, umile e rispettoso dei più deboli, purtroppo, come ogni essere umano, assomiglia a Giano e alcuni tratti negativi lo rendono debole. Uomo più potente del mondo ma fuscello sempre in pericolo a causa degli intrighi di corte (cosa che vale sempre per gli imperatori romani). La percezione del pericolo lo rende sospettoso e crudele al punto che alcuni innocenti verranno ingiustamente eliminati. Un’eccessiva propensione all’alcool lo rende ancora più triste e rancoroso e ne mina la forza d’animo. Claudio, come altri imperatori tra cui Caligola e Nerone, ha probabilmente sofferto in età adulta di avvelenamento da piombo a causa dell’uso romano di addolcire il vino con il diacetato di piombo o “zucchero di Saturno”.
Infine alcuni matrimoni sbagliati: il terzo con Valeria Messalina e il quarto con Giulia Agrippina. Da Messalina ha un figlio: Britannico, ma la donna lo cornifica alquanto e giunge al punto di sposare segretamente Gaio Silio, giovane bellissimo. Questo avvenimento ha dell’incredibile e soltanto un grande storico come Tacito riesce a trovare le motivazioni psicologiche di un comportamento talmente sconsiderato: “La sedusse però l’idea del matrimonio, per l’enormità dello scandalo, che costituisce, per chi è sazio di ogni esperienza, l’ebbrezza suprema. Senza attendere altro che Claudio andasse a Ostia per compiere un sacrificio, celebra con ogni solennità le nozze.” Ovviamente si conclude con una strage.
Poi Giulia Agrippina, detta Agrippina minore, bellissima, astuta, intelligente, madre di Lucio Domizio Enobarbo, il futuro Nerone. Prima convince l’imperatore suo marito ad adottare Nerone, poi lo elimina col veleno e porta al trono il proprio figlio. Messalina giocava con l’alta politica per lascivia mentre Agrippina è l’incarnazione del Potere vero, quello che travolge tutto, il Potere per il Potere.
Unico caso nella Storia, Agrippina minore è pronipote di un imperatore (Augusto), sorella di un imperatore (Caligola), moglie di un imperatore (Claudio), madre di un imperatore (Nerone). Più potere di questo…
J.V.