COLPA DEL PATRIARCATO? SIAMO SICURI?

COLPA DEL PATRIARCATO? SIAMO SICURI?

“dissolto l’ordine del padre si è tornati all’orda”

Secondo lo psicanalista junghiano Luigi Zoia non è il patriarcato il responsabile culturale della violenza contro le donne. È piuttosto la sua rarefazione che fa regredire alcuni maschi. Zoja indaga il patriarcato da anni. In passato ha scritto “Il gesto di Ettore”, dove smentisce l’idea che l’unico padre che esista sia quello cattivo. Smonta l’Edipo su cui Freud ha costruito la sua psicoanalisi. “Uno dei momenti più alti della letteratura universale si trova nell’Iliade, quando Ettore solleva il figlio al cielo e prega Zeus perché sia più forte di lui. E’ il simbolo dei padri che vogliono che i figli siano migliori di loro. E con tutti i difetti che poteva avere, è su questa base patriarcale che si è costruita la civiltà greca e latina, il modello borghese e capitalista, in fondo il meglio del mondo occidentale”.

In realtà il nostro mondo non è più patriarcale da almeno due secoli. Viviamo in una società post patriarcale assai aggressiva proprio perché lo sfaldamento della cultura patriarcale ha sprigionato la violenza primitiva del maschio e i suoi impulsi più aggressivi non trovano alcun argine di contenimento. Il patriarcato si fondava sulla trasmissione di valori, saperi e regole lungo una linea del tempo ampia. Esistevano passato e futuro, continuità valoriale nel nome del padre. Oggi esiste soltanto l’istante, l’hic et nunc. Gli assassini di oggi sono figli del neomaschilismo contemporaneo non del patriarcato del quale si può non avere nostalgia ma è sbagliato credere che il padre sia solo disfunzione. Scrive Zoja “E’ anche solidità. Capacità di frenare gli istinti. Pur con tutti gli errori che ha commesso, il patriarcato ha retto le realizzazioni più grandiose della nostra civiltà. Buttarlo alle ortiche così, in blocco, è da pazzi”.

Come non essere d’accordo con Zoja di fronte agli slogan e alle banalizzazioni imperanti che vorrebbero la criminalizzazione dell’uomo in quanto tale o inutili corsi scolastici sull’affettività consapevole? Sarebbe sufficiente spiegare i classici e smetterla di proporre sciocchezze come il ricorso agli influencer. Occorre invece educare all’abbandono. Se qualcuno ti lascia non è la fine del mondo. Educhiamo i nostri figli, non difendiamoli sempre, insegniamo loro il significato di un no, di un rifiuto. Un uomo veramente innamorato accetta la fine di una relazione con dignità. Aggiungo che non serve una “bulimia repressiva” contro la violenza sulle donne così come non serve scaricare tutte le colpe sul Patriarcato senza conoscerne il significato. Non servono, anzi sono dannosi, il rumore mediatico e le legislazioni d’urgenza frutto dell’onda emotiva. Non si deve in alcun modo strumentalizzare queste spaventose tragedie e questo vale per ogni parte politica. Cavalcare la tigre su queste tragedie è volgare e, soprattutto, pericoloso.

J.V.

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