CRISI EUROPEA

CRISI EUROPEA

L’ordine mondiale immaginato ottant’anni fa a Yalta da Roosevelt, Churchill e Stalin non esiste più. Donald Trump lo dice con toni minacciosi ma occorre prenderlo sul serio. Il diritto internazionale di stampo kantiano viene messo in discussione dalla politica americana e dai nuovi rapporti di forza. L’Unione europea non regge il passo degli imperi e delle aggressive economie americana e cinese, per non parlare dei paesi emergenti come l’India e il gruppo Brics. Anche la questione ucraina è la lampante dimostrazione della fine dell’ordine di Yalta. Trump vuole costruire un nuovo ordine mondiale che non riconosce la Corte penale internazionale e le sue condanne per crimini di guerra. Sia sufficiente esaminare la condanna nei confronti di Benyamin Netanyah che si scontra con la realtà politica. L’Unione europea deve decidersi a diventare un soggetto politico e non mi pare che questo si possa realizzare in tempi brevi. La trattativa di pace per porre fine alla guerra russo-ucraina non ci vede protagonisti seduti al tavolo. Le imminenti elezioni tedesche vedranno una forte crescita dell’estrema destra e un conseguente indebolimento dell’Unione già fortemente attaccata dall’autodenigrazione interna alimentata da wokismo e populismo. Dovremmo preservare l’eredità intellettuale e culturale occidentale contro queste forze distruttive.

Nel libro “Orientalismo”, l’accademico palestinese-americano Edward Saïd accusa l’occidente di aver sviluppato “discorsi di potere, finzioni ideologiche – manette forgiate dalla mente”. Agli occhi di Saïd la civiltà giudeo-cristiana è stata definitivamente superata dal Corano. Questo pensiero viene sostenuto nei campus americani ingigantendo così il wokismo e le mistificazioni. La sinistra radicale mette sotto processo l’occidente predatore, razzista, sessista ed eteronormato e il maschio bianco europeo viene considerato nemico dell’umanità. Il mondo viene diviso in due blocchi che non sono più la classe operaia e la classe borghese, ma i dominati e i dominanti e il posto che l’ideologia marxista aveva assegnato al capitalismo viene assegnato all’uomo bianco. Il paradosso consiste nell’odio verso l’Occidente ma nello stesso tempo milioni di persone vorrebbero entrare a farne parte mettendo a nudo la discrasia tra la retorica antioccidentale dei gruppi dirigenti ostili e le aspirazioni delle popolazioni. Molti vogliono godere dei benefici materiali dell’Occidente senza rinunciare a disprezzare e odiare i nostri costumi e le nostre libertà.

Occorre anche riflettere sul legame tra la nostra crisi e il crollo del cristianesimo in Europa. Scrive Kundera “Nel Medioevo l’Europa si fondò su una religione comune. Nei Tempi moderni, quando il Dio medioevale si trasformò in Deus absconditus, la religione cedette il posto alla cultura, che divenne la realizzazione dei valori supremi attraverso i quali l’Europa si concepiva, si definiva, trovava un’identità. Come risultato di ciò che Tocqueville chiamava “lo sviluppo graduale dell’uguaglianza delle condizioni”, la cultura a sua volta cede il passo al “qualsiasi cosa è cultura”. Nulla è superiore a nulla. Qualsiasi gerarchia è considerata antidemocratica. Ogni trascendenza è contestata. A ciascuno il suo: questa è la formula del nostro deserto spirituale”. (Un occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale, 1983). Parole terribili e profetiche.

J.V.

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