Diocleziano
Diocleziano
“Fu l’imperatore Diocleziano a decidere che di fatto, se non di nome, dovevamo diventare sovrani asiatici, da mettere in mostra solo in rarissime occasioni, come le effigi dorate degli dei. La scelta di Diocleziano era comprensibile e forse anche inevitabile, poiché nel secolo scorso gli imperatori si eleggevano e si rovesciavano con la massima leggerezza, a capriccio dei militari. Diocleziano pensò che se ci fossimo appartati, se fossimo diventati sacri agli occhi del popolo, trincerandoci dietro un rituale che ispirava timore, sarebbe stato meno facile per l’esercito prenderci sottogamba.” (Gore Vidal)
Uno dei migliori imperatori romani. Cattiva fama dovuta alla storiografia cristiana a causa della politica persecutoria.
Diocle nasce in Dalmazia nel 244 da umilissima famiglia. Grazie alle enormi capacità militari diviene comandante di cavalleria con l’imperatore Caro. Dopo la morte di Numeriano, figlio maggiore di Caro, viene acclamato imperatore dalle legioni impegnate contro i persiani. Sul fiume Margus, la Grande Morava in Moesia, Diocleziano sconfigge Carino, figlio minore di Caro. Possibile tradimento di Aristobulo che decide di appoggiare il generale. Con Diocleziano si blocca l’instabilità del terzo secolo. Riforme militari (circa 600.000 effettivi per 56 legioni), economiche e finanziarie. Alcune riforme, come l’Editto sui prezzi, si dimostrano medicine peggiori del male.
Pericolo Sasanide, noto come secondo impero persiano per distinguerlo dal primo impero persiano o Achemenide. Vera spina nel fianco per l’impero romano. Consapevole delle difficoltà di gestione dell’impero e della precarietà dei confini a sud-est e a nord, Diocleziano decide di scegliere Massimiano come collega Augusto e gli affida la metà occidentale.
Il 1º marzo 293 completa l’architettura istituzionale associando ai due augusti due cesari (vice-imperatori) nelle persone di Galerio e Costanzo. Nasce così la «tetrarchia», il «governo dei quattro»: ciascun augusto avrebbe governato su metà dell’impero coadiuvato dal proprio cesare, al quale avrebbe delegato il governo di metà del proprio territorio e che gli sarebbe succeduto (come nuovo augusto) dopo venti anni di governo, nominando a sua volta un nuovo cesare. Quattuor Principes Mundi.
Aumenta il numero delle province, costruisce una rete protettiva alla frontiera, rafforza il potere imperiale passando dal Principato al Dominato, forma autocratica che trasforma il Principe in Dominus et Deus, unica fonte del diritto. Cerimoniale elaboratissimo di stampo orientale. Campagne militari vittoriose contro i temibili Sarmati e gli Alamanni. Sottomissione dell’Egitto, violentissima campagna contro i Sasanidi e sacco della capitale Ctesifonte. Persecuzione durissima contro i cristiani perché negano l’autorità imperiale e quindi minano la stabilità dell’impero.
Tetrarchia funziona sino a quando Diocleziano resta al potere. Dal 305, anno della sua abdicazione, iniziano le guerre civili. Problema centrale dell’impero mai risolto: regole di trasmissione del potere assenti. In ogni caso Diocleziano rallenta con notevole impegno e capacità il processo di decomposizione imperiale.
Dopo il primo maggio 305, stanco e malato si ritira nel proprio palazzo a Spalato sino alla morte, avvenuta nella primavera del 313. Assiste con tristezza e sgomento alla lotta che porta al collasso della Tetrarchia, rifiutando i pressanti inviti a riprendere il potere.
La seconda Tetrarchia non funziona e si risolve con lo scontro finale tra Costantino e Massenzio. Il Sol Invictus passa dalla fase pagana a quella cristiana.
Diocleziano chiude stancamente gli occhi sul nuovo mondo che non può e non vuole comprendere.
J.V.