DISORDINE MONDIALE

DISORDINE MONDIALE

Oggi esiste un sistema multipolare, eterogeneo e assai bellicoso. È tornata la guerra ad alta intensità in Ucraina e in medio oriente. Siamo di fronte ad un grande scontro tra democrazie e imperi autoritari, incardinato sull’alleanza tra Cina e Russia, a cui si aggregano l’Iran di Ali Khamenei, la Turchia di Recep Erdogan, la Corea del Nord di Kim Jong-un e il Venezuela di Nicolás Maduro. A completare il quadro fosco si aggiunge il risentimento, dovuto al passato coloniale, nei confronti dell’occidente.

Altro fronte caldo potrà divenire Taiwan. Inoltre incombe la minaccia dell’uso di armi di distruzione di massa. Le relazioni economiche si stanno militarizzando e trasformano in armi le materie prime, cibo, energia, dati e valute. Evidente la crisi delle Nazioni Unite. Gli stessi errori del secolo scorso. Non abbiamo imparato nulla. Il diritto tace e la forza si impone ovunque. I social network sono spesso strumento di propaganda e diffusione di false notizie. L’ordine mondiale del 1945 non regge più e gli Stati Uniti non riescono o non vogliono garantirlo. L’Occidente è in piena crisi valoriale, soffre una tremenda paralisi istituzionale e registra un crollo demografico. Eppure bisogna pensare che può esistere una via d’uscita che ci porti fuori dalla guerra e dal terrore. Le democrazie devono scuotersi e imporre la pace attraverso nuovi equilibri di potere. Lasciare la vittoria agli imperi significherebbe l’inferno totalitario sulla terra. L’Europa deve ripensare se stessa, le politiche dell’immigrazione, le strategie militari giocate sulla deterrenza. L’ombrello americano non garantisce più il vecchio continente. La politica estera americana dal 2013 è impegnata a contrastare l’asse russo-cinese e poco conta che i presidenti siano democratici o repubblicani. Gli stati europei devono prendere coscienza di questo e rivolgersi al sud del mondo, Africa in particolare, con trattati di sviluppo e cooperazione. Inoltre occorre distruggere la mala pianta woke, avere consapevolezza della grandezza occidentale, della superiorità del diritto anglosassone, della migliore condizione femminile, della filosofia di Spinoza, di un passato che ha visto luci ed ombre ma come scriveva Stefan Zweig nel suo libro “Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo”: “… ogni ombra, in fondo, è anche figlia della luce, e solo chi ha conosciuto la luce e le tenebre, la guerra e la pace, la grandezza e la decadenza, ha vissuto veramente”. Abbiamo tutti il dovere di lavorare per una pace concreta e questo significa accettare compromessi e faticosi aggiustamenti mettendo da parte ideologie utopistiche e fuorvianti che hanno causato i grandi disastri del secolo scorso come evidenziato benissimo da Hannah Arendt. Il mondo è grigio, l’uomo è (fortunatamente) un legno storto e la nostra vicenda è quella di guerra continua. Soltanto comprendendo la nostra miserabile condizione senza velleitarismi ideologici possiamo avere una timida possibilità di costruire una pace relativa. Non abbiamo bisogno di missionari o di masse urlanti ma di guide razionali, pragmatiche e capaci di interpretare i mutamenti del divenire.

J.V.

Rispondi