E QUEL CORAGGIO CHE MAI NON S’ABBATTE
E QUEL CORAGGIO CHE MAI NON S’ABBATTE
“Che importa se il campo è perduto? Non tutto / è perduto; la volontà indomabile, il disegno / della vendetta, l’odio immortale e il coraggio / di non sottomettersi mai, di non cedere: che altro / significa non essere sconfitti?”
(J.Milton, “Paradiso Perduto”, Libro I, vv. 105–109)
Satana è uno dei villain più affascinanti della letteratura mondiale. Ecco le sue parole “La mente è il proprio luogo, / e può in sé fare un cielo dell’inferno, un inferno del cielo. / Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro / dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto / a lui che il tuono ha reso il più potente? / […] meglio regnare all’inferno che servire in cielo.”
(Libro I, vv. 253–257 e 263)
E ancora “Perché chi mai vorrebbe veramente perdere, malgrado sia ricolmo di tanta angoscia, questo suo essere intellettuale, i pensieri / liberi di vagare per l’eternità, e piuttosto morire inghiottito / nel vasto grembro dell’increata Notte, perduto, / privato dei sensi e del moto?”
(Libro I, vv. 146–151)
Dobbiamo scegliere la via della conoscenza e narrare la nostra sconfitta. Questa è la nostra vittoria. Scrive bene Bertrand Russell “Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica perché pretende di incarnare una verità eterna e assolutamente certa, mentre la scienza è sempre sperimentale, pronta ad ammettere presto o tardi la necessità di mutamenti alle sue attuali teorie, e consapevole che il suo metodo è logicamente incapace di portare a una dimostrazione completa e definitiva.”
(B. Russell, “Scienza e Religione”, p. 12)
Sta a noi scegliere… oppure non scegliere affatto. Ma una vita senza scelta e senza domande è vera vita? E proprio in questi tempi tristi e caotici sempre più dobbiamo scegliere la strada della conoscenza contro ogni fanatismo.
J.V.