Eco
Eco
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.”
(Umberto Eco)
Scrive Arbasino, Eco non si rivolge, come D’Annunzio e Moravia alle signore piccolo-borghesi che prima delle vacanze domandano “e allora Maestro, che nuove porcherie ci ha preparato di bello?”. Si indirizza invece, alla Carducci, da una cattedra dotta, ad un target di consumatori laureandi e laureati nell’Università globale, che sanno un po’ ma non troppo e si tirano dietro scuole medie e un po’ di famiglie. Per non sbagliare costruisce anche qualche oggetto complesso così intimorisce chi volesse sentirsi importante. Stringi, stringi… il succo è questo.
Il simpatico Umberto nasce ad Alessandria nel 1932, figlio di ferroviere. Maturità classica e studi di filosofia medievale “si può dire che lui Tommaso d’Aquino mi abbia miracolosamente curato dalla fede”. Luigi Pareyson suo maestro. Nel 1954 entra in Rai, con regolare concorso, assieme a Furio Colombo, Gianni Vattimo, Emmanuele Milano, Fabiano Fabiani, Angelo Guglielmi, e molti altri oggi famosi. Poi abbandona, entra nel Gruppo 63, si lega alla Bompiani. Docente universitario e fondatore del DAMS nel ‘71. Personaggio di fama mondiale, massmediologo, traduttore, brillante giornalista, appassionato di fumetti, scrittore sontuoso, assai invidiato da chi è meno bravo di lui (un classico).
”Il nome della rosa” è un azzecatissimo e stupendo romanzo ovviamente criticato dai soliti invidiosi. Provate voi a scriverlo… poi ne parliamo. I romanzi successivi gli riescono meno bene ma questo vale anche per scrittori di fama mondiale come Marquez per citarne uno. Bibliofilo compulsivo, ottimo docente, arguto, pronto alla battuta, empatico ”Il comico e l’umorismo sono il modo in cui l’uomo cerca di rendere accettabile l’idea insopportabile della propria morte o di architettare l’unica vendetta che gli è possibile contro il destino o gli dei che lo vogliono mortale.” A me è sempre piaciuto. Ho letto molto di ciò che ha scritto e ne ho tratto giovamento. Di solito, con rare eccezioni, non sbagliava giudizi su uomini e cose “Ciascuno di noi ogni tanto è cretino, imbecille, stupido o matto. Diciamo che la persona normale è quella che mescola in misura ragionevole tutte queste componenti, questi tipi ideali.“ Negli ultimi anni della sua vita fonda, assieme ad Elisabetta Sgarbi, la casa editrice “La nave di Teseo”. Muore a causa di un tumore al pancreas.
Amava la musica di Marin Marais e Arcangelo Corelli e alcuni pezzi dei due grandi verranno eseguiti durante il suo funerale il 23 febbraio 2016 al Castello Sforzesco di Milano.
Lascia trentamila volumi della sua biblioteca all’Università di Bologna.
Eco è stato tra i primi ad intuire la pericolosità degli idioti da tastiera ”I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel… Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria“.
Eco mi è venuto in soccorso anche sul tormentone della mia vita: perché esistono la Stupidità ed il Male? ”Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.”
Occorrerebbero molti Umberto Eco nelle nostre scuole…
J.V.