Federico I di Hohenstaufen detto “Barbarossa”

Federico I di Hohenstaufen detto “Barbarossa”


Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa, nasce a Waiblingen (da cui il termine ghibellino) nel 1122. Duca di Svevia, figlio del duca Federico e di Giuditta di Baviera della casa Welfen (da cui guelfo). Gli elettori imperiali vedono in lui un predestinato. Viene incoronato re di Germania ad Aquisgrana il 9 marzo 1152. Accordo col cugino duca di Sassonia Enrico il Leone, dei Welfen, uno dei principali pretendenti al trono. Enrico rinuncia al trono in cambio della promessa della sovranità sulla Baviera. Rafforzamento dell’autorità imperiale. Dieta di Costanza del 1153 alla quale partecipano anche gli ambasciatori del papa Eugenio III (1145-53). Disegni per scacciare i bizantini dalla penisola italiana. A questo punto scende in Italia per limitare il potere di Milano, reprimere il movimento di Arnaldo da Brescia a Roma e mettere le cose in chiaro su chi dovesse comandare. Nell’ottobre 1154 Federico parte dal Tirolo alla testa di un piccolo esercito e a novembre convoca una dieta a Roncaglia in cui revoca tutte le regalie usurpate dai Comuni sin dal tempo di Enrico IV. Distrugge Asti e Chieri, assedia Tortona e la rade al suolo perché alleata di Milano. Può contare sulla fedeltà del Marchese di Monferrato suo potente vassallo. L’anno dopo viene incoronato re d’Italia a Pavia e poi si dirige verso Roma dove fa ardere l’eretico Arnaldo. Il 18 giugno 1155 il papa Adriano IV incorona Federico in San Pietro, nella città leonina, contro la volontà del senato romano. Un bagno di sangue. Purtroppo la coperta è corta e Federico deve rientrare in Germania, non senza aver prima saccheggiato l’ostile Spoleto. Intanto il papa stringe accordi coi normanni venendo meno ai patti con Federico. La questione scoppia alla dieta di Besançon del 1157: cesaropapismo contro ierocrazia, diritto romano contro Dictatus Papae di Gregorio VII. Il clero tedesco appoggia Federico che comunque torna in Italia e riduce a miti consigli Milano. Alla testa del forte esercito lo accompagnano Rainaldo di Dassel e Ottone di Wittelsbach. Seconda Dieta di Roncaglia e Constitutio de regalibus. Non si scherza più: all’imperatore e soltanto a lui spettano elezioni di duchi, conti e marchesi, nomina dei consoli comunali e dei magistrati cittadini, riscossione delle tasse, conio delle monete. Se i comuni vogliono mantenere questi diritti devono pagare un tributo. Intanto diviene papa Rolando Bandinelli che prende il nome di Alessandro III. Inizia la vera lotta. Papa e comuni contro autorità imperiale. Federico convoca un concilio a Pavia, nel febbraio 1160, a cui Alessandro non si presenta. Federico nomina pontefice Vittore IV che scomunica Alessandro, il quale, a sua volta, scomunica Vittore. Pianura padana devastata, Milano si arrende il 10 marzo 1162. Viene distrutta. Federico trionfante torna in Germania ma Francia e Inghilterra, timorose del suo eccessivo potere, appoggiano Alessandro.

Federico nell’ottobre 1163 scende di nuovo in Italia ma senza esito. Malgrado la nomina di altri antipapi (Pasquale III, Callisto III), Alessandro nel 1165 rientra a Roma grazie all’appoggio degli altri sovrani. Federico deve riconquistare l’Italia. Organizza un possente esercito e a ottobre 1166 parte. Riprende Roma e il papa fugge. La malaria imperversa sulle truppe imperiali e, lasciando una lunga striscia di cadaveri, l’imperatore ritorna in Germania. Ormai i comuni rialzano la testa e si giunge al famoso giuramento di Pontida del 7 aprile 1167. Viene ricostruita Milano e cresce sempre più la coalizione antimperiale. Per sei anni Federico deve occuparsi di questioni tedesche e intanto suo figlio Enrico viene nominato suo successore. La resa dei conti è vicina. Nel 1174 quinta discesa, solite distruzioni ma Alessandria, costruita apposta per tagliare il ricongiungimento imperiale col Monferrato, resiste. Federico vuole trattare ma i Comuni comprendono che si trova in inferiorità numerica a causa del tradimento di Enrico il Leone. Il 26 maggio 1176 a Legnano la Lega travolge le truppe imperiali. Ora inizia la partita diplomatica che si conclude con la pace di Costanza il 25 giugno 1183. La Lega viene riconosciuta e i comuni si impegnano a pagare alcuni indennizzi. Si tratta di un compromesso che mette però fine al disegno di impero universale. Paradossalmente il risultato più importante viene raggiunto non per via militare ma grazie al matrimonio tra Enrico VI e Costanza d’Altavilla, ultima erede della dinastia normanna. 


La caduta di Gerusalemme nel 1187 sarà il motivo scatenante della terza crociata. Così Federico prende la croce il 27 marzo 1188 a Magonza, seguito dal figlio, il duca di Svevia Federico VI, dal duca d’Austria Leopoldo V e da altri nobili e vescovi. Lascia il figlio Enrico sul trono imperiale e parte per combattere il grande Saladino assieme a Riccardo d’Inghilterra e Filippo Augusto di Francia. Il grande guerriero trova la morte attraversando il fiume Göksu (anche conosciuto come Saleph). Esercito tedesco allo sbando e sostanzialmente fallimento della crociata. Le spoglie dell’imperatore vengono sepolte nella chiesa di San Pietro in Antiochia di Siria, le ossa nella cattedrale di Tiro e il cuore e gli organi interni a Tarso. Poco dopo, nel corso dell’assedio di San Giovanni d’Acri, nel 1191, perderà la vita anche il figlio Federico VI.Le strane circostanze della morte del Barbarossa danno origine a svariate leggende come quella dell’eroe dormiente in una caverna nelle montagne di Kyffhäuser in Turingia in attesa di riportare la Germania alla sua antica grandezza. I fratelli Grimm nell’ottocento riprendono la saga di Kyffhäuser in chiave nazionalista e Hitler chiamerà operazione Barbarossa l’invasione sovietica nel 1941. 


J.V.

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