Federico II Hohenstaufen
Federico II Hohenstaufen
“Quest’è la luce della gran Costanzache del secondo vento di Soavegenerò il terzo e l’ultima possanza.” (Dante, Par. III 118-120)
Il giorno di Natale 1194, nella cattedrale di Palermo, l’imperatore Enrico VI cinge la corona normanna e sancisce così la conquista del Regno di Sicilia da parte degli Svevi. Il giorno successivo a Jesi sua moglie, l’imperatrice Costanza, partorisce il tanto atteso figlio ed erede. Ciò che non si era conquistato con la spada si raggiunge col matrimonio. Enrico e Costanza erano uniti in matrimonio dal 1186 ed erano stati consacrati imperatori a Roma da Celestino III nel 1191, un anno dopo la notizia della morte del grande Barbarossa avvenuta in Terrasanta. Al momento del parto Costanza aveva già quarant’anni… una vecchia per i tempi. Per questo motivo viene allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove l’imperatrice partorisce pubblicamente. Ed ecco Costantino, Federico, Ruggero.
Puer Apuliae, Stupor Mundi, immenso carisma, vasta e profonda cultura, eccezionale amministratore, forte guerriero. Questo e altro è Federico II, uno dei più importanti e famosi uomini di potere di ogni tempo. Parla sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo), organizza la cultura e promuove la letteratura. All’età di quattro anni resta orfano di entrambi i genitori. Il suo tutore nominale è papa Innocenzo III, il vero tutore è Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia e gran cancelliere del regno. La sua educazione viene affidata al frate Guglielmo Francesco, poi a Gentile di Manoppello e ad un imam musulmano. Il giovane Federico vive nel Palazzo dei Normanni e riceve una solidissima educazione. Viene dichiarato maggiorenne a 14 anni e assume il il potere del Regno di Sicilia nelle sue mani. Gli viene data in sposa Costanza d’Aragona, vedova del re d’Ungheria e di tredici anni più anziana. Avranno un solo figlio, Enrico, futuro re di Germania. Proprio in Germania intanto, dopo la morte di Enrico VI, due rivali si contendono la corona imperiale: Filippo di Svevia, fratello minore di Enrico VI, eletto re dai principi tedeschi nel 1198 e incoronato a Magonza e Ottone IV di Brunswick, figlio minore del duca di Baviera e Sassonia Enrico il Leone, anch’egli eletto re da alcuni principi tedeschi che si opponevano all’elezione dello Staufen e incoronato ad Aquisgrana. Il 4 ottobre 1209 Innocenzo III incorona imperatore Ottone IV ma il Baviera non mantiene i patti ed apre così la strada al giovane Federico reclamato a gran voce dai grandi feudatari tedeschi. Nel 1212 il giovane giura fedeltà al papa e promette di non riunire Germania e Sicilia. Conosce in quel lasso di tempo Berardo di Castagna che diverrà uno dei suoi più fidati consiglieri e zio di Manna da Castanea dalla quale il giovane avrà Riccardo, futuro vicario imperiale. Poi viaggia verso la Germania e tesse importanti rapporti con Boemia e Francia. Il 9 dicembre 1212 Federico viene incoronato imperatore nel duomo di Magonza dal vescovo Sigfrido III di Eppstein, ma la sua effettiva sovranità deve ancora essere stabilita. Il 12 luglio 1213, con la Bolla Aurea (o “promessa di Eger”), Federico promette di mantenere la separazione fra Impero e Regno di Sicilia (preteso dominio del Pontefice) come pattuito a Roma l’anno precedente e rinuncia ai diritti germanici in Italia. Infine si impegna ad intraprendere una crociata in Terrasanta.
Lo scontro decisivo con Ottone avviene il 27 luglio 1214 a Bouvines. Filippo Augusto re di Francia, alleato di Federico, sbaraglia Ottone IV alleato degli inglesi di Re Giovanni. Adesso Federico è imperatore a pieno titolo. L’11 novembre 1215 Innocenzo III apre il IV Concilio Lateranense alla presenza di Federico. Cinque anni dopo viene incoronato imperatore a Roma dal nuovo papa Onorio III. Nello stesso anno sigla un patto con i principi della Chiesa tedesca, Confoederatio cum principibus ecclesiasticis, col quale concede alcuni privilegi reali e ridisegna così i rapporti di potere nel mondo tedesco per potersi dedicare in misura maggiore al Regno di Sicilia. Intanto incontra Adelaide di Urslingen, futura madre dei suo figli Enzo, Manfredi e Caterina.Favorisce gli studi giuridici e medici, forma una classe di funzionari imperiali di prim’ordine, consolida le strutture amministrative del Regno meridionale.Convoca assemblee mobili dette Assisae o Curiae generales. L’incessante lavoro di riordino amministrativo ritarda la promessa crociata per cui si giunge a stipulare il trattato di San Germano nel 1225 col quale si impegna a realizzarla entro il 1227 pena la scomunica. In realtà Federico vuole unificare Regno di Sicilia e Impero ed estendere il potere imperiale su tutta la penisola. Nel marzo 1223 muore Costanza, moglie di Federico, e l’imperatore due anni dopo sposa la tredicenne Jolanda di Brienne, figlia di Giovanni di Brienne e Maria di Monferrato e titolare della corona di Gerusalemme. Un mero accordo diplomatico che gli consente di controllare Gerusalemme come reggente. Intanto incontra Bianca Lancia, suo grande amore, sua amante prima e terza moglie dopo la morte della giovanissima Jolanda dieci giorni dopo aver partorito Corrado. Federico si autoproclama Re dì Gerusalemme suscitando le ire del papa Onorio.Il 9 settembre 1227, pressato dal successore di Onorio, Gregorio IX, assai determinato e sotto la minaccia di scomunica, Federico tenta di onorare la promessa e organizza la sesta crociata ma una pestilenza scoppiata durante il viaggio in mare lo costringe a rientrare a Otranto.Gregorio IX lo scomunica e Federico decide allora di partire per la Terrasanta pur sapendo che in sua assenza Gregorio avrebbe tentato di trovare un accordo con tutti i suoi oppositori italiani, in modo particolare la rinata Lega Lombarda. Comunque parte da Brindisi 28 giugno 1228 per la sesta crociata. Non combatte ma conclude un accordo diplomatico col sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino. Ritorna in Italia, riporta ordine in Puglia e conclude la Pace di San Germano del 23 luglio 1230 col papa.L’anno successivo con l’aiuto di Pier della Vigna emana il Liber Augustalis (note anche come Costituzioni di Melfi) prodromico alla realizzazione di uno Stato centralizzato.Purtroppo nel 1234 deve sedare la ribellione di suo figlio Enrico, arrestato e poi tenuto in prigionia sino alla morte avvenuta nel 1242. Alla corona tedesca viene associato l’altro figlio Corrado IV. Il 1237 è l’anno del massimo potere imperiale grazie alla vittoria di Cortenuova contro la Lega Lombarda. L’Italia ghibellina esulta. Da questo momento si verificano una serie di criticità dovute ad errori di Federico e a rinnovati contrasti col papato che culminano nell’arresto di alcuni cardinali da parte della flotta pisana guidata dal figlio dell’imperatore Enzo presso l’isola del Giglio. L’ascesa al trono di Pietro di un pontefice energico come Sinibaldo Fieschi col nome di Innocenzo IV porta lo scontro con l’imperatore al calor bianco. Federico viene dipinto come Anticristo e il Concilio di Lione non fermandosi alla scomunica addirittura depone l’imperatore invitando i principi tedeschi a eleggere un nuovo sovrano. Nel febbraio del 1248 Federico subisce una grave sconfitta nella battaglia di Parma per opera di Gregorio da Montelongo. L’anno seguente nella battaglia di Fossalta, perde la vita il figlio Riccardo e un altro figlio, Enzo, viene catturato dai bolognesi che lo terranno prigioniero fino alla morte. Inizia il periodo dei sospetti e paga per tutti l’innocente Pier della Vigna, prima accecato e poi suicida in carcere. Nel 1250 Federico muore improvvisamente a Fiorentino di Puglia a causa di un attacco di dissenteria. Forse viene avvelenato. Il suo erede Corrado morirà quattro anni dopo. La salma imbalsamata viene trasportata nella Cattedrale di Palermo e riposa dentro un sepolcro di porfido rosso come vuole la tradizione normanno-sveva, accanto alla madre Costanza, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II.
Ho sempre amato l’imperatore e mi rammarico della sua sconfitta. Se avesse vinto avremmo avuto uno Stato accentrato ed efficiente da Lubecca a Palermo… o almeno mi piace pensare così. Vado spesso a Palermo, in Cattedrale, e porto una rosa al mio imperatore.
“Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l’asilo della pace”.(Il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV dopo la morte del padre)
J.V.