FINE DELLA DEMOCRAZIA DEL MONDO OCCIDENTALE?

FINE DELLA DEMOCRAZIA DEL MONDO OCCIDENTALE?

L’uomo occidentale da molto tempo odia se stesso. A forza di decostruire stiamo distruggendo tutto. Non mi sono mai piaciuti Foucault e Derrida proprio per questo. Amo molto Nicolás Gómez Dávila per lo stesso motivo e perché è un grande reazionario, lucido, assai lontano dalle ipocrisie progressiste che stanno ammorbando il pianeta. Percepire la storia occidentale soltanto come storia criminale è una solenne stupidaggine e va detto a voce alta. Abbiamo espresso Spinoza, il diritto anglosassone, Kant, la scienza moderna e altre cosucce… così tanto per dire. Il Cristianesimo, essenza dell’Occidente, viene odiato invece che studiato e infine viene messo in discussione l’uomo in quanto tale. Il tutto con superficialità, mancanza di rigore storico, pressappochismo dilettantesco. Secondo gli adoratori dell’idolo ecologista globale l’uomo è un predatore universale peggiore di ogni altro vivente. Una corsa verso il Nulla pare irrefrenabile. Si annuncia con voce roboante la nascita dell’uomo postmoderno.

La francese Dominique Schnapper in un’opera affascinante, “Les Désillusions de la démocratie” (Gallimard), esplora i limiti e le conseguenze di un modello democratico che fatica a mantenere le sue promesse. Critica la febbre “woke” che colpisce i giovani in occidente, i quali vogliono che tutte le disuguaglianze siano corrette. Obiettivo apparentemente lodevole ma irraggiungibile e sconclusionato perché irrealizzabile. Mentre molti giovani occidentali criticano la parte più evoluta del pianeta, le dittature, in particolare Russia e Cina, gongolano di queste tensioni interne che stanno minando l’equilibrio dei regimi democratici. Schnapper ci invita a ripensare il pensiero di un gigante come Tocqueville e a prendere le distanze dal delirio ignorante della sub cultura woke. Da sondaggi qualificati pare che il quaranta per cento dei giovani occidentali accetterebbe un dittatore. Così scrive la figlia di Raymond Aron “È vero che in democrazia spetta a ciascuno dare alla propria vita un senso che non sia imposto da chi detiene il potere, come avviene nelle teocrazie e nelle dittature. Ciò che è libertà può essere vissuto come una mancanza di significato… Il woke assume le forme di una religione per riempire questo vuoto. Possiede alcune delle caratteristiche dei movimenti religiosi quando mirano a esercitare il potere politico: passioni, rivalità e violenze. I wokisti portano all’estremo le legittime richieste di uguaglianza. Ma rischiano sempre di scivolare negli eccessi che snaturano il loro progetto. Il femminismo è l’esempio di questa possibile deriva. Originariamente, gli attivisti chiedevano l’applicazione dei princìpi democratici, ossia l’uguaglianza civile, giuridica e politica delle donne e degli uomini. Attualmente, il movimento è diviso tra coloro che portano avanti questa lotta universalistica e coloro che, nelle forme eccessive che il movimento a volte assume, vedono ogni rapporto tra uomini e donne esclusivamente come un rapporto di dominazione e considerano discriminatorio qualsiasi pensiero o comportamento che tenga conto della differenza tra i sessi. Ma la categorizzazione non è di per sé discriminatoria”. Questa crisi della democrazia è anche una crisi della ragione. “Per diversi secoli, la superiorità dell’occidente si è basata sul suo rapporto con la ragione, che gli ha conferito una capacità scientifica e tecnica superiore e ha alimentato l’ideale democratico. La messa in discussione della ragione tocca il cuore di ciò che ha permesso all’occidente di dominare negli ultimi secoli… È vero che la ragione non risponde di per sé al bisogno degli esseri umani di dare un senso alla propria esistenza, come hanno fatto le Chiese o le rivoluzioni per i diritti umani in America e in Francia alla fine del Diciottesimo secolo. Tutto questo si è dissolto. È un handicap. Eppure la ragione non è in contraddizione con le convinzioni e gli impegni. La classe politica non sembra all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte a noi, ma la democrazia è difficile da governare! I democratici non tollerano più gli obblighi. Quando si pensa alle sanguinose tragedie in Ucraina e in medio oriente, si rimane colpiti dal divario tra questi eventi storici e i nostri problemi quotidiani. Temo che i democratici non abbiano il senso della storia e dimentichino che la storia umana è tragica. Devono essere pronti a combattere per la loro libertà”.

Come darle torto?

J.V.

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