FORSE GRAZIE A TRUMP CI UNIREMO FINALMENTE?

FORSE GRAZIE A TRUMP CI UNIREMO FINALMENTE?

Il principale teatro geopolitico da molto tempo ormai è il Pacifico ed è lì che si gioca la vera partita tra Cina e Stati Uniti. La vecchia Europa è la periferia dell’impero. Ecco perché non dobbiamo stupirci delle parole di Donald Trump, del suo vice J.D. Vance e del segretario alla Difesa Pete Hegseth. Mettono in atto ciò che da mesi andavano dicendo in campagna elettorale. La vera sfida americana è quella con la Cina e quindi Gaza e Ucraina sono pratiche da sbrigare il più velocemente possibile, intralci sul percorso principale. Ciò che a noi appare follia è realpolitik. Ed ecco l’accordo con Vladimir Putin che così viene legittimato nelle sue ambizioni imperialistiche in attesa di rientrare nel G 7. La potenza che ottantuno anni fa sbarcò in Normandia adesso vuole allearsi all’invasore di un paese sovrano in funzione anticinese. Inoltre Elon Musk sostiene Alternative für Deutschaland in Germania. Dobbiamo prenderne atto e reagire. Non sarà sufficiente protestare a parole ma dovremo iniziare a difenderci da soli. Non esiste più l’ombrello americano. La guerra non è stata cancellata dalla storia dell’umanità e incombe nuovamente in Europa, al netto delle chiacchiere da salotto di molti “politici” nostrani. Il numero di telefono unico col quale Henry Kissinger voleva chiamare l’Europa non esiste ancora. Siamo divisi da lingue, interessi economici e, soprattutto, manca un esercito europeo. Ora paradossalmente Trump ci costringe ad accelerare il passo pena la nostra resa a Putin o ai cinesi. Non riusciamo a contrastare il neofeudalesimo dei proprietari di TikTok, Facebook, Instagram, WhatsApp e Threads, nuovi corsari che esigono patenti e signorie nel settore pubblico.

Questi potenti sono stati investiti dall’imperatore a Mar-a-Lago. Mala tempora currunt per la democrazia. Il capitalismo tecnologico avanza travolgendo ogni ostacolo grazie anche alla diffusione di fake news, teorie del complotto, influenza degli algoritmi sulle nostre scelte e i nostri comportamenti, impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani. Lavoro e democrazia vengono seriamente intaccati da spionaggio e manipolazione. I dazi minacciati da Trump si aggiungono alla zavorra che l’Europa stessa si è imposta e che, come ha scritto Mario Draghi sul Financial Times, ne frena la crescita. La diagnosi di Draghi non è molto diversa da quella del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. “L’Europa deve adottare un modello di sviluppo che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza dai fattori esterni.” Inoltre Panetta ha parlato di “patto europeo per la competitività “.

Al momento l’unico passo avanti è stata l’apertura a scorporare le spese per la difesa dal computo del deficit. Occorre un deciso sforzo comune, capace di andare oltre gli interessi nazionali, in un momento in cui esiste il tentativo di mettere gli Stati Ue l’uno contro l’altro. Credo che il tempo delle chiacchiere sia finito: o l’Europa si unifica veramente o soccomberà.

J.V.

Rispondi