Gianni Brera
Gianni Brera
Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio.(Albert Camus)
Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei” rispose. “Gli darei un pallone per farlo giocare”
(Eduardo Galeano)
Gioanbrerafucarlo, San Zenone al Po, 8 settembre 1919. Il nostro miglior giornalista sportivo. Un bravo scrittore che ama il calcio, lo sport in genere, il vino e la buona cucina… meglio di così non si può. Ama il ciclismo e, in modo particolare, Fausto Coppi… “Solo in provincia si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso come il ciclismo.“
Assai esperto di boxe “Il campione dei massimi che più mi ha impressionato è stato Foreman. Due o tre volte ho chiuso gli occhi al folgorante pendolo del suo uppercut smisurato. A ricevere quei colpi spaventosi era Frazier, che pure avevo visto ammaccare Muhammad Alì. Mio dio, che tremende balistae risultavano i suoi montanti! Poi, misteri della boxe e della negritudine ribelle, Foreman incontrò Alì a Kinshasa, in una notte greve e torbida. Alì aveva dalla sua gli dei della foresta e della savana. Non ho molto capito quell’incontro. Di Foreman non ho veduto un uppercut che è uno. Pareva che l’avessero stregato, che un filtro misterioso ne avesse improvvisamente ottenebrato le facoltà mentali. La negritudine fu soddisfatta a quel modo. Quando nello sport entrano di soppiatto questi veleni ideologici, non si può più seriamente parlare di tecnica: un uomo sensato pensa subito che qualcuno rida di lui a crepapelle, se appena esprime un giudizio che contrasta con la impoetica realtà delle combines e delle torte”… Poi su Mike Tyson “Questo hombre fuerte mi pare un incrocio fra il bisonte e il gorilla. Nel vasto petto gli ruggono diavoli spietati, che paiono realizzarsi solo nel gusto vandalico della distruzione. The noble Art si squalifica a pretesto omicida: non è più scherma fatta con le braccia, che dopo tutto sono le gambe anteriori dell’uomo antico: non è più danza virile, non invenzione, astuzia, coraggio. Tyson abbassa le corna al gong e inizia la carica: chi osa opporsi alla sua corsa è condannato senza mercé.”
Figlio di barbiere, povero, fortunato perché può studiare. Leggo da ragazzino il Guerin sportivo, quello verde. Mi innamoro della sua prosa barocca e secca ad un tempo, tagliente, intelligente, ricca di metafore e figure retoriche ma paradossalmente asciutta e precisa. Condivido in pieno le sue teorie sul difensore aggiunto, sul risultato perfetto (0-0). Accaccone e accacchino, rombo di tuono, abatino, stradivialli e puliciclone. Viene alle mani con Palumbo, è amico fraterno del paron Rocco… “Ogni tanto si rivede uno spezzone, in bianco e nero, di un lungo servizio di Gianni Minà a Trieste. Anno 1974: al tavolo, sotto il pergolato della casa di via D’Angeli, Rocco e Brera. Sul tavolo una quantità impressionante di bottiglie, qualcuna se ne vede anche adagiata tra l’erba. E’ un esempio di come si trattava (e non si tratta più) lo sport. E non serve dire che è normale, è morto Rocco, è morto Brera. E’ morta anche la voglia di fare bene le cose, di dare gli spazi giusti.” (Gianni Mura).
Brera capisce che il calcio non è spettacolo ma sofferenza, tifo, partigianeria, irrazionalità, cazzeggio da bar che ci aiuta a sopravvivere. Il calcio è stadio, freddo, sigarette, whisky in borraccia, gioia e disperazione. Avversa il calcio totale non perché non gli piaccia ma perché è consapevole che non si addice agli italiani. Si definisce tifoso del vecchio balordo per mascherare la sua fede interista ed evitare così polemiche come dice Gianni Mura. Causio è il Baron Tricchettracche, Bagnoli Schopenhauer e poi Bonimba, Piper Oriali, Simba Gullit, Basletta Lodetti. Si supera col gran vigliacco Altafini/ConiLeone.
Il 19 dicembre 1992, al ritorno dalla cena del giovedì con i suoi amici, sulla strada tra Codogno e Casalpusterlengo, muore in un incidente d’auto.
Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro.
(Pier Paolo Pasolini)
Può succedere che una partita venga dilatata a saga, a poema epico, e che ogni suo episodio si colori come nessuno avrebbe mai pensato assistendovi o addirittura prendendovi parte.
Il calcio è straordinario proprio perché non è mai fatto di sole pedate. Chi ne delira va compreso, non compatito; e va magari invidiato, non deriso. Il calcio è davvero il gioco più bello del mondo per noi che abbiamo giocato, giochiamo e vediamo giocare.
(Gianni Brera)
Ho segnato molti goals all’Inghilterra e al Brasile, prima di addormentarmi, dopo una fuga sulla sinistra.
(Gesualdo Bufalino)
J.V.