Gruppo di famiglia in un interno

Gruppo di famiglia in un interno è un film del 1974, diretto da Luchino Visconti.
* Burt Lancaster: il professore
* Helmut Berger: Konrad Huebel
* Silvana Mangano: marchesa Bianca Brumonti
* Claudia Marsani: Lietta Brumonti
* Stefano Patrizi: Stefano
* Elvira Cortese: Erminia
* Claudia Cardinale: moglie del professore (nei flashbacks)
* Dominique Sanda: madre del professore (nei flashbacks)
* Philippe Hersent: portiere
* Guy Tréjean: antiquario
* Jean-Pierre Zola: Blanchard
* Umberto Raho: maresciallo di Polizia Bernai
* Enzo Fiermonte: commissario di Polizia
* Romolo Valli: Michelli
* Margherita Horowitz: cameriera

Mario Praz?, Visconti stesso? Entrambi? Figura del professore colto, isolato, disincantato. Scontro con la volgarità della modernità. Apparentemente film minore di Visconti… non la penso così. A me pare un vero e proprio testamento dell’intellettuale raffinato che comprende sino in fondo l’amarezza esistenziale e prova sincera pena per le anime perdute. Con lui arriviamo al capolinea di un percorso iniziato col Principe Salina, continuato da Ludwig e Aschenbach. Il personaggio dell’anziano professore, interpretato da Burt Lancaster, è suggerito per ispirazione letteraria, su ammissione dello stesso Luchino Visconti, dalla figura di Mario Praz, famoso critico d’arte e di letteratura morto a Roma il 23 Marzo del 1982. Luchino Visconti, lo sceneggiatore Enrico Medioli, e la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico prendono spunto dal libro di Alessandro Bencivenni, Mario Praz: Scene di conversazione. Penultimo film di Visconti, cui seguirà L’innocente, che mette duramente in gioco il rapporto con la famiglia, con i valori e le autorità più influenti che la costituiscono, ogni morale tendente all’autoritarismo. Visconti gira questo film già sofferente, perché colpito da un ictus. Morirà nel 1976, a 70 anni. Intellettuale aristocratico per censo e cultura, di chiara influenza marxista- idealista, si confronta con un presente borghese ideologizzato a sinistra, ma destinato in poco tempo a imboccare la strada senza speranza evidente ai nostri occhi oggi. Il gruppo con cui suo malgrado il professore entra in rapporto ne anticipa la crisi dovuta a volgarità mai viste prima ed è dovuto all’impatto traumatico con la modernità che penalizza l’impianto fondamentale della famiglia borghese basato su rispetto e rigore tra i componenti e fortemente connotata dalla cultura umanistica ormai entrata, purtroppo, in crisi. Anche la curiosità del professore per il modo di vivere del gruppo di famiglia, si trasformerà in delusione e l’anziano professore rimarrà di nuovo solo e amareggiato.
Si legge la delusione dell’intellettuale Visconti dovuta al fallimento del suo rapporto con la sinistra, alla deriva delle sue illusioni, alla sconfitta del proletariato e della piccola borghesia intellettuale. Si è compiuto un parricidio senza alternative decenti e con la perdita di ogni relazione tipica nei ruoli familiari tradizionali. Si marcia a grandi passi verso una società borghese sempre più cinica, crudele, volgare e irrispettosa di ogni minima relazione umana… il mondo di oggi, volgare, imbecille, ipocrita e bugiardo, nel quale i buoni e rispettosi sono perseguitati e gli asini ragliano a squarciagola senza rendersi conto di viaggiare a folle velocità verso il baratro.
Film triste, sottovalutato e nel quale mi riconosco, ad un livello assai basso, sempre più.
Da ricordare alcune apparizioni di Dominique Sanda e Claudia Cardinale, nei ruoli rispettivamente della madre e della moglie divorziata del professore, protagoniste dei pensieri autobiografici più ossessivi.

Alcune citazioni significative:

Gli intellettuali della mia generazione hanno cercato molto un equilibrio tra la politica e la morale: la ricerca dell’impossibile.

I corvi vanno a schiere, l’aquila vola sola.

C’e uno scrittore, del quale tengo i libri in camera mia e che rileggo continuamente… Racconta di un inquilino che un giorno si insedia nell’appartamento sopra il suo. Lo scrittore lo sente muoversi, camminare, aggirarsi. Poi tutto ad un tratto sparisce, e per lungo tempo c’è solo il silenzio. Ma all’improvviso ritorna. In seguito le sue assenze si fanno più rare, e la sua presenza più costante. È la morte.

Guai a chi è solo, perché quando cade non avrà nessuno pronto a sollevarlo

J.V.

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