I duellanti (The Duellists)

I duellanti (The Duellists) è un film del 1977, primo film diretto da Ridley Scott, basato sul racconto Il duello, di Joseph Conrad.
Di nuovo il cuore di tenebra umano. Cosa spinge due ussari napoleonici, brillanti e intelligenti, a sfidarsi a duello per vent’anni per futili motivi? Da una parte Gabriel Feraud (Harvey Keitel) appartenente a una famiglia di umili origini e fedelissimo a Napoleone, dall’altra l’aristocratico Armand d’Hubert (Keith Carradine) che mantiene un atteggiamento critico verso l’autorità. Film ispirato dal modello Barry Lyndon di Kubrick ma con budget assai ridotto. Intelligenza e capacità di Scott sopperiscono. Tema ricorrente quello del doppio negativo. Una sorta di lotta di classe e di metafora, come in Barry Lyndon, della stella napoleonica. Un ritratto stupendo sulla caducità e la fragilità umane. Omaggio alla pittura romantica e scena finale che ricorda il viandante che scruta un mare di nebbia di Kaspar Friedrich. Musiche struggenti e malinconiche.

“Il Generale D’Hubert abbassò con cura il cane delle pistole. L’operazione fu osservata dall’altro generale con sentimenti contrastanti. “Mi hai mancato due volte – disse freddamente il vincitore – l’ultima da quasi mezzo metro. Stando alle regole dei duelli, la tua vita mi appartiene. Questo non significa che voglia togliertela ora” “Non so che farmene della tua indulgenza” – bofonchiò cupo il generale Feraud. “Permettimi di farti notare che la cosa mi lascia affatto indifferente. – disse il generale D’Hubert. (…) – Non avrai la pretesa di dettarmi cosa devo fare di ciò che è mio” Il generale Feraud parve stupito e l’altro riprese: “Mi hai costretto per un punto di onore a tenere la mia vita a tua disposizione, diciamo così per quindici anni. Benissimo. Ora che la questione si è risolta in mio favore, io farò della tua quanto mi pare e piace, in base allo stesso principio. La terrai a mia disposizione finchè ne avrò voglia. Né più né meno. Ritieniti vincolato sul tuo onore fino a nuovo ordine. (…) Non posso certo stare a discutere con uno che, per quanto mi riguarda, ha cessato di esistere”.

Bi­so­gna che mai, a nessun co­sto, ri­e­sca a sa­pere da chi gli arri­va il danaro. Sa­rebbe ter­ri­bile. Non reg­ge­rebbe.» « Sei un brave homme, Armand » – disse Ma­dame la Géné­ra­le, con ammi­ra­zione.« Mia cara, io avevo il diritto di bru­ciar­gli le cer­vella; ma non avendolo fatto, non pos­si­amo la­sciarlo morire di fame. Ha per­duto la pensione ed è assolu­ta­mente in­ca­pace qu­al­sia­si cosa al mondo per se stesso. Dob­biamo prenderci cura di lui, in se­greto, sino alla fine dei suoi giorni. Non devo forse a lui il mo­mento più esta­siato della mia vita?……………Senza la sua stu­pida fe­rocia, mi sa­reb­bero oc­corsi degli anni per scoprirti. E’ straordi­nario come quel­l’uomo in un modo o nel­l’al­tro è riu­scito a le­garsi a miei senti­menti più pro­fondi.».

Cosa dire ancora? Soltanto nel momento del pericolo estremo, il duello all’ultimo sangue, i grandi uomini comprendono in pochi attimi tutto il dramma della loro esistenza. La nostra esistenza… un continuo duello.

* Keith Carradine: Armand D’Hubert
* Harvey Keitel: Gabriel Feraud
* Albert Finney: Joseph Fouché
* Edward Fox: colonnello
* Cristina Raines: Adele de Valmassic
* Robert Stephens: Generale Treillard

J.V.

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