Il calcio per me… e la morte di Paolo Rossi
Il calcio per me… e la morte di Paolo Rossi
“Molte persone credono che il calcio sia una questione di vita o di morte, io non concordo con questa affermazione. Posso assicurarvi che si tratta di una questione molto, molto più importante.”(Bill Shanklay)
“Quel poco che so della morale l’ho appreso sui campi di calcio e le scene di teatro – le mie vere università”(Albert Camus)
Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei” rispose. “Gli darei un pallone per farlo giocare”.(Eduardo Galeano)
“Non c’è luogo dove l’uomo sia più felice che in uno stadio”(Albert Camus)
“Era uno di quelli che si credono superiori perché sostengono che il calcio consiste in ventidue imbecilli che corrono dietro una palla.”(Osvaldo Soriano)
Da tempo non rispondo più a chi sottovaluta il calcio o assume atteggiamenti spocchiosi. Semplicemente ritengo si tratti di soggetti profondamente infelici e incapaci di comprendere la magia del calcio. In genere sono persone che non bevono, non fumano e… In memoria di Paolo Rossi, uomo del mondiale, provo a raccontare ( è una replica) le mie banalità sul calcio mondiale.
I primi campionati mondiali, quelli vinti dall’Uruguay (30 e 50) e dall’Italia (34 e 38) sono come i grandi film dei primi del Novecento: tutti ne parlano bene ma quasi nessuno li ha visti. I filmati in bianco e nero a nostra disposizione sono affascinanti e ricordano il cinema muto. Uruguay roccioso in difesa e pungente in attacco, compie il proprio capolavoro battendo al Maracanà il presuntuoso Brasile nel 1950. Dramma nazionale, lutto, tragedia vera e propria per i già allora superbi verdeoro. Noi vincįamo male nel 34 picchiando gli austriaci prima e i cechi in finale. La squadra più forte era il Wundertime di Mathias Sindelar, l’uomo che disse no a Hitler.Vinciamo bene a Parigi nel 38 battendo l’Ungheria. A Berna nel 54 la squadra d’oro ungherese viene sconfitta in finale dai drogati tedeschi dopo una serie impressionante di trionfi. Due anni dopo i carri armati sovietici entrano a Budapest. I fuoriclasse magiari fuoriusciti faranno la fortuna della Spagna franchista dal 56 ai primi anni 60. A Stoccolma nel 58 noi non ci siamo. Prima grande umiliazione. Un ragazzino diciassettenne piange tra le braccia di Gilmar dopo aver vinto il primo mondiale. Si chiama Edson Arantes do Nascimiento, detto Pelé.I brasiliani si ripetono nel 62 in Cile, dove noi veniamo picchiati e derubati dalla squadra di casa aiutata in modo palese e spudorato. A Wembley nel 66 gli inglesi vincono per la prima volta grazie ad un gol fantasma. Squadra forte ma assai aiutata. Per noi è Corea. Qui iniziano i miei ricordi dal vivo. Quattro anni dopo, di notte, lacrimuccia al gol di Rivera contro i tedeschi. Partita bruttina, un assalto continuo dei panzer, supplementari da favola, Franz con braccio al collo, i nostri vittoriosi e stremati. La pagano qualche giorno dopo contro una delle squadre più forti di tutti i tempi (assieme all’Ungheria del 54 e l’Olanda degli anni 70). Pomodori assai immeritati al ritorno. Nel 74 I bianchi battono le cicale arancioni. Che spettacolo però vedere quegli assatanati olandesi. In Argentina i più forti siamo noi ma arriviamo soltanto quarti a causa dei missili teleguidati. Ci rifaremo a Madrid battendo i boriosi verdeoro, picchiando selvaggiamente El Pibe de oro e stroncando in finale i soliti teutonici. Pertini impazzito in tribuna. El Pibe vince da solo in Messico e ci riprova nel 90.Siamo di nuovo i più forti ma perdiamo a causa di una zengata e di una scelta sbagliata di Vicini che tiene l’uomo verde in panchina. Nel 94 mondiale negli Stati Uniti (come giocare a baseball in Italia). Immenso Baggio, Sacchi il talebano sfiora l’impresa. Non si giudica un giocatore perché sbaglia un calcio di rigore ma gli errori di Franz Baresi e del divin codino consegnano il mondiale al mediocre Brasile. Peccato! A Parigi 98 tocca ai francesi. Zidane su tutti. Mistero Ronaldo. Noi usciamo di nuovo ai rigori. Nel 2002 in Corea si assiste alla farsa Moreno. Tedeschi battuti in finale da Ronaldo. Finalmente Berlino 2006. Arriviamo sottostimati, giochiamo male inizialmente, poi er pupone ci spinge ai quarti. Francesi in finale. Gigi para tutto, tiramolla Cannavaro salta più in alto dei giganti, Materazzi provoca il fiero Berbero, si prende la testata e noi la coppa. Rino ringhia e piange.In Sudafrica vince per la prima volta la Spagna e con merito. Gli olandesi perdevano quando erano Déi… figurati ora. Confesso: a me la Spagna non è mai piaciuta e odio i tocchetti e il possesso palla. Per me il calcio è tre tocchi e si va in porta come diceva il grande Casazza, allenatore del Ligorna. Quelli scarsi come me devono correre, passare la palla a Baggio, Maradona, al 10… la mezzala passa la palla a Riva e si vince di misura. Contropiede. Breriano di ferro. Il calcio totale è roba che interessa la squadra d’oro, le cicale olandesi e il Brasile dei cinque registi. Punto. Noi per vincere dobbiamo essere umili e consapevoli della nostra inferiorità. Poi una bella soddisfazione nel 2014: i teutonici che strapazzano i presuntuosi verdeoro a casa loro. Finisce 7 a 1 ma poteva finire 10 a 0. Il Brasile del fighetto Neymar… ma va! Infine il 2018. Riusciamo a farci eliminare dagli scarsi svedesi e perdiamo il biglietto russo. Vergogna nazionale. I francesi giocando all’italiana battono in finale gli eleganti croati e vincono meritatamente il loro secondo mondiale.E oggi? Mala tempora currunt. Questo calcio non mi piace. Sto invecchiando e quindi rimpiango il passato come tutti i vecchi. Non sono da prendere sul serio… nessuno dovrebbe prendersi troppo sul serio. Con più umiltà e autoironia vivremmo tutti meglio. Ora ci sediamo, tifiamo per qualcuno o contro qualcuno e sappiamo che la nostra vita è passata… non dobbiamo rompere i coglioni ai giovani ma tentare di sorridere loro. E che vinca… il meno peggiore.
La morte di Paolo Rossi, due settimane dopo quella di Diego, mi avvicina parecchio al capolinea. Addio Pibe de oro, addio Pablito. Quest’anno il c.t. più importante, quello lassù, vuol mettere assieme una squadra invincibile.
J.V.