Il male e la paura
“Il male e la paura sono gemelli siamesi.”
(Zygmunt Bauman)
Un buon antidoto contro questa terribile endiadi consiste nel tentare di amare il maggior numero di persone, credere a pochi e non far male a nessuno. Poi ridere e vanificare così angoscia e terrore, non soffrire per mali immaginari, portare un po’ di luce nel buio, non collaborare col malvagio. Il male genera male, sempre, soprattutto, ed è terribile, quando chi lo attua pensa di operare per il “nostro bene”. Ecco la vil razza dannata, quelli che vogliono realizzare il bene altrui, gli idealisti, i missionari, i puri, gli onesti indignati. In genere sono gli elementi peggiori in circolazione, sempre pronti alla delazione, al giudizio morale (contro gli altri) e alla gogna mediatica. Ovviamente sono convinti di incarnare il Bene e in nome del Bene commettono le peggiori nefandezze. Tutto ciò sino a quando qualcuno non gli strappa la maschera.
Non parliamo poi delle buone intenzioni. Si deve stare lontano, molto lontano da coloro che hanno buone intenzioni. Come minimo finisce a schifio. I grandi massacri sono sempre stati realizzati con le migliori intenzioni. Il male cresce rigoglioso quando ha un ideale da perseguire e mette radici ogni volta che un uomo pensa di essere migliore di un altro. Tremo all’idea di ritenermi innocente, sarebbe l’inizio della malvagità. Il male è rumoroso ed eccita le anime volgari mentre i buoni autentici sono silenziosi, non si sentono importanti, non pensano di essere innocenti, provano angoscia per la sofferenza degli altri. Il male per eccellenza è accompagnato dalla paura perché nulla infonde più coraggio al pavido della paura altrui. È così occorre sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. Come scrive il mite Friedrich “Si sbaglierà di rado se si ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura.”Soltanto l’amore allontana la paura, perché l’amore vive il presente, non vuole pensare al futuro e dal momento che la genesi della paura risiede nel futuro, chi si affranca dal futuro non ha più da temere.
Da quando non nutro più speranze per il futuro, amo, malgrado tutto, il presente e ricordo il passato… non ho più paura. Ma io sono vecchio ed è più semplice per me. Spero soltanto che le mie povere parole possano servire, anche in piccola parte, a capire che il male e la paura possiamo combatterli… e vincere. Il male non è mai ‘radicale’, può devastare in superficie il mondo ma non raggiunge la profondità, è banale. Come ci ha insegnato Hannah Arendt soltanto il bene è profondo e radicale. Ricordiamolo…
J.V.