IL RITORNO DELL’ANTISEMITISMO E LA PAURA DELL’OCCIDENTE
IL RITORNO DELL’ANTISEMITISMO E LA PAURA DELL’OCCIDENTE
Israele, qualsiasi cosa accada, viene considerato da molti, spesso anche colti e di norma ragionevoli, il colpevole ideale, metafora dell’Occidente colonialista. Perché? Tutto ciò che un tempo si rimproverava alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Germania, oggi viene rimproverato a Israele e agli Stati Uniti spesso in spregio alla verità. Ormai la verifica dei fatti viene schiacciata dall’ideologia. Nietzsche diceva: “Il contrario della verità non è la menzogna, è la convinzione”. Ed in particolare così si comporta una parte della sinistra benpensante e progressista che si unisce agli islamisti e ai pro palestinesi più fanatici. È ritornato in scena un antisemitismo che corrompe le menti apparentemente più neutre e più equilibrate. Un antisemitismo classico, già visto all’opera in altri momenti terrificanti. Anche nel caso in cui si arrivasse a una soluzione a due stati, lo stato di Israele continuerebbe a essere accusato di tutti i mali della Terra. Il falso storico, di cui parlava l’immenso Marc Bloch, vince su tutto. Qualche giorno fa Libération in prima pagina ha pubblicato una fotografia condivisa in occasione dei terremoti verificatisi alla frontiera turco-siriana lo scorso febbraio (l’immagine è stata generata dall’intelligenza artificiale, ndr). Questa impennata di febbre antiebraica fa gioire la piazza araba. “L’odio di Israele è l’afrodisiaco più potente del mondo arabo” così disse negli anni ottanta l’ex re del Marocco Hassan II. L’ebreo come capro espiatorio, motivo classico delle popolazione islamiche. I capi di Stato arabo preferiscono,invece trattare con Israele perché si rendono conto che il vero nemico è l’Iran. Dietro Hamas ci sono l’Iran e la Russia, che vogliono compromettere gli accordi di Abramo. In realtà Israele ha subito un colpo gravissimo di proporzioni pari a Pearl Harbour. Il mondo occidentale dovrebbe schierarsi in blocco con Israele. I motivi sono evidenti ma per coloro che fanno finta di non capire, li ripetiamo ancora una volta. Esiste un blocco eterogeneo di regimi dittatoriali sparsi per il mondo con un interesse comune: distruggere il mondo occidentale o comunque sottometterlo. Vuoi per questioni economiche, geopolitiche, odio religioso o culturale. Mentre noi ci trastulliamo con problemi risibili, Israele, l’avamposto occidentale, è sotto assedio. Ormai non vale neppure più il famoso Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur… qui è molto peggio. La pace in medioriente viene sabotata scientemente da terroristi che vogliono il caos totale. Un caos del quale sono vittime anche i palestinesi.
Ora è Guerra e le chiacchiere stanno a zero. Israele e gli Stati Uniti combatteranno, si spera diplomaticamente, l’Europa impaurita cosa farà? Il multiculturalismo è sostanzialmente fallito in Francia e in ogni altro paese europeo che abbia provato a realizzarlo. Sarà bene che qualche politico serio tra i pochi rimasi spieghi ai nostri giovani ambientalisti-pacifisti-antioccidentali che le bollette aumenteranno in modo esponenziale, che una eventuale sconfitta di Israele sarebbe per noi tutti una catastrofe, che il relativo benessere raggiunto può dissolversi da un momento all’altro… e anche molto peggio. Hamas ha peggiorato la vita dei palestinesi mentre nelle nostre città alcuni collettivi studenteschi festeggiano i morti di Israele. Un delirio, uno scempio al quale mettere urgentemente fine. L’Occidente ha commesso degli errori ma stiamo attenti a non perdere quanto di buono abbiamo costruito. Anche alcuni governi israeliani hanno commesso errori e l’attuale ne ha commessi di assai gravi ma ciò non deve giusticare il terrorismo. La causa palestinese è morta e sepolta sotto il sangue degli israeliani che Hamas ha massacrato mentre in alcune città europee giovani inferociti contro Israele festeggiano. La longa manus è quella di Teheran che vuole impedire la pacificazione tra Israele e l’Arabia Saudita. Da quando Rjad non protegge più Hamas questo è diventato un protettorato sciita. La mente operativa dell’attentato è quella di Mohammed Deif, in sedia a rotelle e quasi cieco per gli attentati subiti ma tutto sembra organizzato attraverso gli Hezbollah, dove il mandante è Teheran. Hamas domina Gaza dopo aver vinto le elezioni nel 2007 eliminando il Fatah di Yasser Arafat e conquistando i fondamentalisti sunniti con un programma facile facile: Israele deve essere spazzata via. Ecco perché ormai esiste un’unica opzione: schierarsi con Israele o il blocco eterogeneo di mondo che ci detesta ci distruggerà. Adesso è suonata la campana in Israele ma il vero obiettivo è il mondo occidentale, la sua democrazia, la sua libertà piena di difetti ma libertà. Il 7 ottobre dovrebbe svegliare l’occidente sull’Iran. Esiste una minaccia strategica all’esistenza di Israele. Coloro che ne vogliono la distruzione hanno attaccato nel momento di estrema debolezza del governo del contestatissimo (a ragione) Benjamin Netanyahu. Deve però essere chiaro a tutti che questa guerra non riguarda soltanto Israele, ma tutto il mondo occidentale. Ciò non significa che non si possa criticare la politica di Israele e lo fanno in tanti, giustamente, nella stessa Israele. Altra cosa è più o meno velatamente negare il diritto di Israele a esistere e a non vivere perennemente sotto minaccia. Così come certamente la popolazione palestinese ha diritto al suo spazio, alla sua autonomia e alla pace. La vera polarizzazione è tra chi riconosce il diritto di entrambi i popoli e chi invece vuole cancellare l’altro. Hamas si propone la sparizione di Israele e con essa lo sterminio di quanti più ebrei possibile. Ricorda qualcosa e qualcuno. Ad Hamas non interessano i palestinesi che non vogliono una società fondamentalista, autoritaria, fanatica. Chi tiene alla causa palestinese dovrebbe vedere nei carnefici di Hamas il suo peggior nemico. Ormai siamo di fronte ad un cupio dissolvi che affonda l’Europa nella paura, un’Europa di sonnambuli con l’eterno senso di colpa al caldo delle nostre case. Un paradosso per cui i popoli della fetta di mondo malgrado tutto ancora più sicura, risultano i più afflitti da una costante insicurezza di massa.
Viviamo in un continuo stato di paura e senso di colpa. Il tutto enfatizzato dai media. La paura della notte medievale oggi viene alimentata dai media e dai social, che producono ondate di panico morale creando nuove forme di solitudine individuale, di sospetto, di violenza. Viene generata un’attenzione monotematica: l’invasione dell’Ucraina cancella la pandemia come argomento unico dei talk-show. Ora è la volta del medio oriente. Il discorso unico offusca gli altri e si perde la prospettiva globale. La paura nutre l’immaginario collettivo, ma perde il ruolo formativo con cui insegnava a comprendere e soppesare i pericoli indicando il proprio posto nel mondo. Invece di comprendere, il vecchio continente si lascia trascinare dalle ondate emozionali suscitate dalle immagini e dalle fake news. Ci sentiamo in colpa per quel che abbiamo ereditato e ciò alimenta il desiderio di scomparire chiedendo prima “scusa”. Forse è troppo tardi… ma sarà meglio svegliarsi e capire che Israele va difesa perché, in mezzo a molti errori, esprime valori occidentali come la democrazia, i diritti civili, la ricerca scientifica difficilmente rintracciabili nei paesi che vorrebbero la nostra distruzione.
J.V.