Il ritratto di Dorian Gray

Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) è un romanzo del 1890 scritto da Oscar Wilde.

« Al mondo esiste una sola cosa peggiore dell’essere oggetto di conversazione, ed è il non essere oggetto di conversazione »
(aforisma in apertura di Il ritratto di Dorian Gray)
Alla fine di marzo del 1890, Wilde invia il dattiloscritto alla rivista Lippincott’s Monthly Magazine. Viene pubblicato l’anno seguente dopo una pesante autocensura. Malgrado i tagli dei capitoli più rischiosi, il libro verrà usato nel processo contro Wilde come prova determinante a suo carico.
La Storia è nota: Dorian Gray, giovane, bello e innocente, dopo aver dichiarato che darebbe la sua anima pur di non invecchiare mai, condurrà una vita dissoluta e amorale, in assoluto contrasto dei canoni vittoriani. Lord Henry Wotton gli fa aprire gli occhi sulla sua bellezza, che abbaglia chi gli sta attorno ma destinata a svanire presto, e allora Dorian desidera, davanti al quadro appena finito da Basil, restare giovane in eterno. Ogni volta che compie un’azione riprovevole il suo ritratto diviene peggiore mentre il volto resta intatto. Dorian è ossessionato dal mito dell’eterna giovinezza e dal fascino del male. Quando comprende quale mostro sia divenuto, pugnala il quadro sperando di spezzare la maledizione. La maledizione si spezza ma Dorian riacquista le sue vere sembianze e muore. Il diavolo tentatore è Lord Henry Wotton, affascinante e colto, cinico e spietato. Basil Hallward, l’autore del quadro, prova una smodata ammirazione per Dorian e in qualche modo ne prepara la discesa all’inferno. Sybil Vane, giovane attrice teatrale, ripudiata da Dorian, si suicida. Oscar Wilde in una lettera a Ralph Payne scrive:

« Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere. »

« La vita morale dell’uomo è il materiale dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di uno strumento imperfetto. »
(Oscar Wilde, dalla Prefazione a «Il ritratto di Dorian Gray»)

Ispirata al mito di Faust, scava sul conflitto tra piacere estetico-edonistico e moralità,
anti-conformista, sprezzante del buonsenso e dei canoni della morale borghese, riassume i canoni estetici di Wilde. Per lui la vita è un’opera d’arte ben riuscita, non è l’arte che imita la vita ma il contrario. Il fine dell’arte è l’arte stessa.

Da grande creatore di aforismi Wilde infarcisce l’opera di sentenze e battute memorabili:

CAPITOLO IV
* “La puntualità è la ladra del tempo” (teoria di Lord Henry)

* “Quello che chiamano lealtà o fedeltà io lo chiamo letargo di abitudini oppure mancanza d’immaginazione.” (Lord Henry)

* “I buoni artisti esistono soltanto in quello che fanno e per conseguenza non sono affatto interessati in quello che sono. Un grande poeta, un poeta veramente grande, è l’essere meno poetico che esista; invece i poeti mediocri sono assolutamente affascinanti. Quanto più cattivi sono i loro versi, tanto più pittoresco è il loro aspetto. Il solo fatto di aver pubblicato un volume di sonetti di second’ordine rende un uomo perfettamente irresistibile. Egli vive la poesia che non riesce a scrivere; gli altri scrivono la poesia che non riescono a tradurre in realtà.” (Lord Henry)

CAPITOLO VI
* “Il vero inconveniente del matrimonio è che impedisce di essere egoisti e chi non è egoista è senza colore, manca di individualità.” (Lord Henry)

* “Il motivo per il quale a tutti noi piace di pensar tanto bene degli altri è che abbiamo paura per noi stessi. La base per l’ottimismo è il puro e semplice terrore. Ci crediamo generosi perchè attribuiamo al nostro prossimo il possesso di quelle virtù che saranno probabilmente giovevoli a noi. Elogiamo il banchiere per poter superare l’attivo del nostro conto e troviamo delle qualità nel bandito nella speranza che risparmi le nostre tasche.” (Lord Henry)

* “Il piacere è l’unica cosa intorno alla quale valga la pena avere una teoria” (…) “Il piacere è l’esame che ci fa’ passare la natura, il segno della sua approvazone. Quando siamo felici siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non sempre siamo felici.” (Lord Henry)

* “Esser buono significa essere in armonia con se stesso. La dissonanza consiste nell’esser costretti ad essere in armonia con gli altri.” (Lord Henry)

* “Penso che la vera tragedia dei poveri consista nel fatto che l’unica cosa che possono permettersi è l’abnegazione. I bei peccati, come le belle cose, costituiscono un privilegio dei ricchi.” (…) “Non c’è uomo civilizzato che si penta mai di un piacere, come non c’è uomo non civilizzato che sappia mai che cosa sia il piacere.” (Lord Henry)
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“Le donne, come disse una volta un Francese di spirito, ci ispirano il desiderio di far dei capolavori e ci impediscono sempre di eseguirli.” (Lord Henry)

CAPITOLO VIII
* “…viviamo in un epoca nella quale le cose non necessarie costituiscono le nostre sole necessità.” (pensiero di Dorian Gray)

* “Rimproverare noi stessi è un lusso. Quando ci biasimiamo da noi abbiamo la sensazione che nessun altro abbia il diritto di biasimarci. Non è il sacerdote ad assolverci, ma la confessione.” (pensiero di Dorian Gray)

* “Qui (a Londra) non si deve fare il proprio début con uno scandalo, è una cosa da riservare per rendere interessante la propria vecchiaia.” (Lord Henry)

* “C’è una fatalità che perseguita i buoni proponimenti, ed è che questi arrivano troppo tardi.” (…) “di quando in quando ci procurano il lusso di qualcuna di quelle sterili emozioni che hanno un certo fascino per gli esseri deboli.” (…) “Sono come assegni che gli uomini emettono su una banca presso la quale non hanno conto corrente.” (Lord Henry)

* “Accade sovente che le vere tragedie della vita avvengano in un modo così poco artistico che la loro violenza cruda, la loro assoluta incoerenza, la loro assurda mancanza di significato, la loro totale assenza di stile ci urtano. L’effetto che producono su noi è lo stesso che produce la volgarità; ci danno l’impressione della pura forza bruta e noi ci ribelliamo. A volte però nelle nostre vite accade una tragedia che ha in sé elementi artistici di bellezza. Se questi elementi esistono realmente, tutta la storia risveglia in noi il senso dell’effetto drammatico. Ci accorgiamo tutt’a un tratto di non essere più attori, ma spettatori del dramma; o, per dir meglio, l’una e l’altra cosa. Stiamo a guardare noi stessi e la meraviglia dello spettacolo basta ad entusiasmarci.” (Lord Henry)

* “Il passato non ha che un unico fascino, quello di esser passato; ma le donne (comuni) non sanno mai quando il sipario è calato: vorrebbero sempre che ci fosse un sesto atto e non appena l’interesse del dramma è totalmente esaurito propongono che continui. Se si lasciassero fare, ogni commedia avrebbe un finale tragico e ogni tragedia finirebbe in farsa. Sono deliziosamente artificiali, ma non possiedono il senso dell’arte.” (Lord Henry)

* “Diffida sempre di una donna che si veste di viola, qualunque sia la sua età, oppure di una donna che a trentacinque anni ama i nastri rosa: significa sempre che hanno una storia. Ce ne sono altre che trovano un gran conforto nello scoprire improvvisamente le buone qualità dei loro mariti e che ti sventolano in faccia la loro felicità coniugale come se fosse il più affascinante dei peccati. Altre si consolano con la religione. Una donna mi diceva una volta che i misteri di questa hanno l’incanto di un flirt, e io lo capisco benissimo. E poi, non c’è niente che ci renda più vanitosi che il sentirci chiamar peccatori; la conoscienza ci rende tutti quanti egoisti. Davvero, le consolazioni, che le donne trovano nella vita moderna sono infinite; anzi, non ho menzionato la più importante di tutte.” (…) “… portar via l’ammiratore ad un’altra quando hanno perduto il proprio.” (Lord Henry)

* “Temo che le donne apprezzino la crudeltà, la crudeltà perfetta, più di qualsiasi altra cosa. I loro istinti sono mirabilmente primitivi. Noi le abbiamo emancipate, ma esse son rimaste, come prima, delle schiave in cerca di un padrone. Amano di esser dominate.” (Lord Henry)

* “Viviamo in un’età che legge troppo per esser saggia e che pensa troppo per esser bella” (Lord Henry)

CAPITOLO IX
* “Soltanto gi esseri superficiali hanno bisogno di anni per liberarsi di un’emozione. Un uomo che sia padrone di se stesso può mettere fine a un dolore con la stessa facilità con cui può inventare un piacere. Io non intendo essere alla mercé delle mie emozioni; intendo di servirmene, di goderle e di dominarle.” (Dorian Gray)

* “Nessuno incontra mai due cose ideali; ben pochi son quelli che ne incontrano una.” (Basilio Hallward)

CAPITOLO XII
* “Le classi borghesi, intorno alle loro volgari tavole da pranzo, sbandierano i loro pregiudizi morali e mormorano sul conto di quelli che chiamano la dissipazione della gente migliore di loro per darsi l’aria di appartenere alla buona società e di essere intimi delle persone che calunniano.” (Dorian Gray)

CAPITOLO XIV
* “Il fascino di certi peccati risiede più nel ricordarli che nel commetterli; sono strani trionfi che soddisfano l’orologio più che le passioni e procurano all’intelletto una più vivace sensazione di gioia, più intensa di qualunque gioia che hanno procurato e che potrebbere procurare ai sensi.” (pensiero di Dorian Gray)

CAPITOLO XV
* “Quando una donna si risposa è perchè detestava il primo marito; quando un uomo si risposa è perchè adorava la prima moglie.” (Lord Henry)
* “Un uomo può essere felice con qualunque donna, a condizione di non amarla.” (Lord Henry)

CAPITOLO XVI
* “Curare l’anima per mezzo dei sensi e i sensi per mezzo dell’anima.” (teoria di Lord Henry)

* “La vita di un uomo è troppo breve perché uno si accolli sulle spalle il peso degli errori altrui. Ciascuno vive la propria vita e paga il suo prezzo per viverla. Era un peccato, peraltro, che per una colpa sola si dovesse pagare tante volte, anzi, pagare e ripagare continuamente. Nei suoi rapporti d’affari con l’uomo il destino non chiude mai il conto. Gli psicologi ci dicono che ci sono momenti nei quali la passione per il peccato, o per ciò che il mondo chiama peccato, domina totalmente la persona che ciascuna fibra del corpo, come ciascuna cellula del cervello, diviene istinto, con impulsi tremendi. In questi momenti, uomini e donne perdono il libero arbitrio e vanno verso la loro fine terribile come automi. A loro è tolta la facoltà di scegliere, e la conoscienza è spenta o, se pur continua a vivere, vive soltanto per dare alla ribellione il suo fascino e alla disobbedienza il suo incanto. Poiché, come i teologi non si stancano mai di ripetere, tutti i peccati sono peccati di disobbedienza. Allorché quello spirito eccelso, stella mattutina del male, precipitò dal cielo, precipitò come ribelle.” (pensiero di Dorian Gray)

CAPITOLO XVII
* “La religione? Il surrogato elegante della fede.” (Lord Henry)

* “Definire è limitare.” (Lord Henry)

* “Ogni volta che produciamo un effetto qualunque ci facciamo un nemico. Per esser popolari bisogna esser mediocri.”
* “Noi donne, come ha detto non so più chi, amiamo con gli orecchi, come voi uomini amate con gli occhi, se pure siete capaci di amare.” (duchessa Gladys)

* “Il romanzo vive di ripetizione e la ripetizione trasforma un appetito in arte. Del resto, ogni volta che amiamo è l’unica volta che abbiamo amato. La diversità dell’oggetto non modifica l’unicità della passione; semplicemente la intensifica. Nella vita non possiamo avere, al massimo, che una grande esperienza e il segreto della vita consiste nel ripetere quell’esperienza il più spesso possibile.” (Lord Henry)

CAPITOLO XVIII
* “Una donna flirterà con chiunque, a condizione che ci sia qualcuno a guardare.” (Lord Henry)

CAPITOLO XIX
* “In campagna chiunque può esser buono, perché non ci sono tentazioni;(…)” – “L’uomo può pervenire alla civiltà in due modi: essendo colto oppure essendo corrotto. La gente di campagna non ha nessuna possibilità di essere né l’una né l’alra cosa e perciò rimane stagnante. (Lord Henry)

* “Nel diciannovesimo secolo la morte e la volgarità sono gli unici fatti che non si possono eliminare a forza di spiegazioni.” (Lord Henry)

* “Certo, la vita coniugale è soltanto un’abitudine, una cattiva abitudine, ma si rimpiange la perdita anche delle peggiori abitudini. Forse son quelle che si rimpiangono di più, perché formano una parte tanto essenziale della personalità.” (Lord Henry)

* “Qualunque delitto è volgare, così come qualunque volgarità è un delitto.” – “Il delitto appartiene esclusivamente alle classi inferiori e io non gliene faccio carico. M’immagino che per loro il delitto sia ciò che per noi è l’arte, e cioè semplicemente un mezzo per procurarsi delle sensazioni straordinarie.” (lord Henry)

* “Qualunque cosa a farla troppo spesso diventa un piacere. Questo è uno dei segreti più importanti della vita. Penso però che l’omicidio sia sempre un errore; non si dovrebbe fare nulla di cui non si possa parlare dopo pranzo.” (Lord Henry)

* “Quando un uomo tratta artisticamente la propria vita, il suo cervello è il suo cuore.” (Lord Henry)

* “Le cose delle quali ci sentiamo assolutamente sicuri non sono mai vere; questa è la fatalità della fede e la lezione del romanzo.” (Lord Henry)

Siamo di fronte ad un capolavoro di finezza, intelligenza, arguzia, bellezza, morte, disperazione, tragedia, dannazione. Dorian come Faust, Lord Henry Mephisto, Sybil, Margherita. Wilde pagherà un prezzo altissimo alla propria arte-vita. Irlandese coltissimo, famoso, brillante, invidiato… troppo per la pessima società inglese vittoriana, moralista e ipocrita. Quest’uomo va eliminato… Chi si crede di essere? Prima di morire, a causa della carcerazione durissima, scriverà il De Profundis… da leggere. Consiglio anche una visita al cimitero del Pére Lachaise a Parigi… ne vale la pena. Ho sempre amato e, soprattutto, rispettato, Wilde… per la sua intelligenza, cultura, coraggio, intuizione della drammaticità dell’esistenza.

Per concludere in bellezza:

Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più.

Sogna come se dovessi vivere per sempre; vivi come se dovessi morire oggi.

A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.

Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più.
Sii te stesso, tutto il resto è già stato preso.

Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle.

La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.

Agli esami gli sciocchi fanno spesso domande a cui i saggi non sanno rispondere.

Amo molto parlare di niente. E’ l’unico argomento di cui so tutto.

Come si fa a non amare un genio di tale portata? Oggi ne avremmo bisogno come rimedio contro l’imbecillitá dilagante ammantata di politicamente corretto e moralismo dozzinale.

J.V.

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