Impero Romano d’Oriente
Impero Romano d’Oriente
Impero romano d’Oriente, dal IV secolo al XV. Oriente Greco/Occidente latino. Fine della storia il 29 maggio 1453 quando Costantinopoli viene espugnata da Maometto II Fātih, il Conquistatore. Invasione araba tra il 630 e il 650, Impero latino dopo la IV crociata del 1204. Malgrado ciò lo Stato bizantino resiste mille anni. Schematicamente: Fondazione nel 330 da parte di Costantino, perdita di territorio a causa dell’espansione araba, Impero latino tra il 1204 e il 1261. Poi ultimi due secoli su uno spazio ridotto. Alcune costanti: struttura amministrativa efficiente, fiscalismo esagerato, centralizzazione, ortodossia rigorosa e conseguenti eresie croniche, imperatore/Dio. Monofisismo assai pericoloso per l’unità dello Stato. Siria ed Egitto spine nel fianco a causa delle fughe eversive. Risposta ondivaga del potere centrale. Teodora arriva a proteggere il capo monofisita siriano Jacob Baradoes tanto che ancora oggi la Chiesa siriana si chiama giacobita. Comunque scontro continuo tra ortodossia del concilio di Calcedonia del 451 e monofisismo. Il problema si risolve con le conquiste musulmane. Siamo di fronte ad un sistema burocratico estremamente complesso e variegato che ha forte coscienza identitaria.
Ultimo tentativo di riunificazione con la pars occidentis ad opera di Giustiniano con le vittorie militari in Nordafrica contro i Vandali e in Italia contro gli Ostrogoti. Alla Morte dell’imperatore nel 565 pareva cosa fatta. Giustiniano avvia la grande riforma del diritto che porta al Codex iuris civilis tra il 529 e il 533. Una poderosa opera di snellimento delle leggi da Adriano a Giustiniano. Questo è il risultato più fulgido dell’imperatore mentre la riconquista militare si rivela effimera. Balcani invasi dagli slavi, Italia dai Longobardi, pressione sassanide. Eraclio ferma i sassanidi nel 627 e mette fine alla grave crisi istituzionale aperta dall’usurpatore Foca nel 602 con l’assassinio dell’imperatore Maurizio. In realtà il dissesto economico è palese e l’impero cede larghe porzioni di territorio sotto i colpi dell’Islam. Nel 642 tutte le province medio-orientali e l’Egitto sono perduti. In dodici anni l’Impero perde metà del territorio e tre quarti delle risorse e si riduce all’ombra di se stesso pur mantenendo un forte esercito e una complessa struttura burocratico-amministrativa. Definitiva stabilizzazione del regno Bulgaro nei Balcani e ulteriore contrazione. Malgrado ciò la cultura bizantina influenza profondamente l’area balcanica e l’Europa orientale. Nel 680 i bulgari, di origine turca, sconfiggono l’imperatore Costantino IV e si stanziano a sud del Delta del Danubio rappresentando una minaccia costante sino al X secolo quando vengono sbaragliati da Basilio II bulgaroctono. Il momento peggiore nell’811 quando il Khan bulgaro sconfigge e uccide l’imperatore Niceforo I. L’area balcanica dopo la vittoria di Basilio si stabilizza sino al 1204. Poi lo sfaldamento imperiale consente la nascita di nuovi stati tra i quali la Serbia ad opera di Stefan Dusan. Il colpo di grazia, come già detto verrà inferto dai Musulmani.
Per ciò che riguarda i Rus’, coloni norvegesi provenienti dalla cinta fluviale della Russia centrale, essi divengono soci commerciali prima e guardie del corpo imperiali poi a partire dalla fine del X secolo convertendosi al Cristianesimo con Vladimir I Principe di Kiev e cognato di Basilio II. Da questo momento Chiesa ortodossa e cultura bizantina influenzeranno in profondità la Russia.
La situazione viene sconvolta dall’arrivo dei Turchi selgiuchidi nel 1060. Nel 1071 a Manzikert il sovrano selgiuchide Alp Arslan trionfa sull’esercito bizantino e ne riduce all’osso il territorio. Una timida ripresa sotto la dinastia Comnena e poi il disastro di Myriokephalon del 1176. Altro colpo durissimo la perdita della Sicilia ad opera ad opera dell’Islam nel IX secolo. Frammentazione dell’Italia meridionale e situazione che favorisce l’espansione Normanna col Guiscardo. Vittorie militari ed investitura papale segnano la fine della presenza bizantina in quell’area. I Normanni, dopo aver tentato di conquistare Costantinopoli, iniziano a collaborare coi bizantini contro l’imperatore germanico. Gli esiti della IV crociata mutano lo scenario e avviano un processo di allontanamento tra Oriente ed Occidente. Già nell’800 la stessa incoronazione di Carlomagno era avvenuta grazie alla profonda crisi politica di Bisanzio e le diversità culturali e religiose andavano aggravandosi sino a giungere allo scisma di Fozio nell’863. Le sottili controversie religiose paludano tensioni politiche assai gravi e a nulla valgono i tentativi di alleanze matrimoniali tra principesse bizantine ed imperatori occidentali. Addirittura nel 1054 si giunge alla definitiva rottura con Michele Cerulario, patriarca di Costantinopoli. Scisma ancora oggi aperto. Diffidenze reciproche e astuzie veneziane portano al disastro della IV crociata. Le dispute teologiche lacerano continuamente il tessuto connettivo di Bisanzio. In particolare la questione dell’iconoclastia dal tempo di Leone III a Irene mette a dura prova la tenuta dello Stato. Il Concilio di Nicea del 787 proclamato da Irene sortisce un doppio effetto: da un lato la riconciliazione tra clero iconoclasta e politica imperiale, dall’altro la fondazione di un culto ufficiale delle immagini. Comunque con la morte dell’imperatore Teofilo nell’842 l’iconoclastia svanisce e viene affermato il dogma ortodosso iconodulo. Da questo momento si può parlare de facto di un equilibrio di poteri tra Chiesa ed impero bizantino, smentendo la teoria cesaropapista. La Chiesa bizantina non fu mai mero strumento di potere imperiale ma forte alleata.
Il rapporto tra città e campagna vede una preminenza assoluta di Costantinopoli rispetto al processo di ruralizzazione del resto dell’impero. Inoltre la crisi finanziaria cronica porta ad un ruolo esclusivamente difensivo dell’esercito. Oggi viene messa in discussione la tesi di Georg Ostrogotsky sulla riforma dei themata (circoscrizioni amministrative comandate da uno stratega con funzioni civili e militari nelle quali le terre venivano assegnate a contadini-soldati) voluta da Eraclio. Soltanto dopo il IX secolo si trovano documenti che attestano uno status legale delle “terre militari”. La conseguenza fu ancora una volta l’incremento del ruolo economico dei villaggi rispetto alle città. Soltanto dopo il X secolo assistiamo ad una rinascita urbana. Un esempio classico la rivolta di Bari nel 1009 condotta dall’ufficiale imperiale Mleh (Melo) legata ad interessi aristocratici locali verso una maggiore autonomia. Si rafforzano le aristocrazie militari urbane e si riorganizza l’esercito. Ovviamente crescono in misura cospicua anche la Burocrazia centrale e l’Aristocrazia di Stato. Questa grande riorganizzazione militare ed economica si registra con i Comneni nei secoli XI e XII ed è legata sostanzialmente alla terra. Di fatto prima della quarta crociata non esiste la figura del mercante bizantino aristocratico. Così si spiega l’ingresso delle città marinare italiane nello spazio bizantino. Alleanze militari e navali vengono stipulate con Genova e Venezia. Bisanzio era assai preoccupata dalle mire espansionistiche di Federico Barbarossa e contava di fatto sulle flotte veneziane e genovesi per contrastarne i progetti. Inoltre la classe dirigente bizantina, abilissima nella gestione politica, giocava sulle frizioni esistenti tra le due Repubbliche marinare italiane per garantirsi protezione da entrambe senza dover cedere troppo ad una delle due. Il gioco si spezza con la crociata “dei veneziani “ del 1204. Da qui inizia il vero declino dell’Impero. Nel 1261 Costantinopoli grazie all’alleanza coi genovesi mette fine all’Impero latino nato nel 1204 ma ormai Bisanzio è un orso costretto a mangiarsi le dita per sopravvivere. La nascente potenza ottomana era pronta ad aggredire i resti dell’Impero. Nel 1390 l’Anatolia cade in mano turca.
L’attacco finale viene sferrato il 29 maggio 1453. La sera del 27 maggio Maometto II parla alle sue truppe “La città e gli edifici sono miei, ma i prigionieri e il bottino, i tesori d’oro e di bellezza li lascio al vostro valore: siate ricchi e siate felici. Molte sono le province del mio impero: l’intrepido soldato che arriverà per primo sulle mura di Costantinopoli sarà ricompensato con il governo di quella più bella e più ricca, e la mia gratitudine accumulerà i suoi onori e i suoi beni oltre la misura delle sue stesse speranze.”La furia turca fu devastante. Un fiume di sangue, nessuno venne risparmiato, la Vergine Odigitria (“condottiera”), fu tagliata in quattro pezzi. Santa Sofia divenne una moschea. Così finisce la storia dell’Impero Romano.
J.V.