INTOLLERANZA

INTOLLERANZA

Saranno necessarie un certo numero di amare lezioni prima che gli uomini possano imparare che la gentilezza e la tolleranza non sono semplici virtù, ma anche gli strumenti indispensabili alla loro felicità. (Bertrand Russell)

L’intollerante è un vigliacco, pavido, insicuro, conformista, accusatore a buon mercato. Opera in gruppo ma non apre bocca quando è da solo. Facilmente manipolabile, arrogante e presuntuoso. Un povero disgraziato che vuole avere ragione. Convinto di incarnare il bene assoluto, succube ideologico, moralista impotente, accusatore seriale. L’intollerante chiama “fascista” chiunque non la pensi come lui. Ma se tutto è fascismo, nulla è fascismo. Nasconde interessi personali dietro sacri principi. La pessima, delirante e fanatica cancel culture è l’esempio palmare della più squallida intolleranza. La convinzione che esista un solo modo giusto per vivere è una grave minaccia per gli uomini. Il più grande risultato dell’educazione è la tolleranza. Occorre coraggio per essere tolleranti, per discutere sforzandosi di comprendere. Il motto della vera libertà dovrebbe essere “Tolleranza, Intelligenza, Conoscenza”. Siamo tutti deboli ed incoerenti, volubili ed incostanti e proprio per questo dovremmo essere ancora più tolleranti con i nostri poveri simili. Dovremmo imparare il rispetto e ricordare che sono i nostri difetti più gravi quelli che ci procurano maggiori fastidì verso gli altri.

“Non la diversità di opinioni, che non si può evitare, ma il rifiuto della tolleranza a quelli che hanno opinioni diverse, che avrebbe potuto essere concessa, ha prodotto la maggior parte delle contese e delle guerre di religione che sono sorte nel mondo cristiano.” (John Locke, Lettera sulla tolleranza, 1689).

Sono passati più di tre secoli da quando Locke scriveva queste fondamentali parole ma l’intolleranza, sotto svariare forme, continua a regnare sovrana.

J.V.

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