JEAN-MARIE LE PEN (1928-2025) È MORTO.
JEAN-MARIE LE PEN (1928-2025) È MORTO.
L’uomo nero, colui che considerava la Shoah “un dettaglio della storia”, il torturatore di algerini nel corso della guerra coloniale, è morto a novantasei anni. Razzista dichiarato, aveva in odio africani, asiatici e islamici in genere. Il 21 aprile 2002 raggiunge il ballottaggio alle presidenziali e poi perde da Chirac ma scuote la Francia profonda, nazionalista e razzista. Il demonio è ormai palese e persino sua figlia Marine dovrà distanziarsi da lui. Muore l’anti De Gaulle, il campione degli irriducibili nostalgici di Pétain e dei collaborazionisti. Circondato da un cordone sanitario pescava però nella Francia torbida, tradizionalista e fortemente antisemita.
Figlio di un pescatore bretone, morto in mare a causa di una mina tedesca, “pupillo della nazione” e capo banda di picchiatori fascisti, paracadutista in Vietnam, poujadista, deputato a soli 27 anni, retore eccelso, polemista feroce. Il suo modello era il Movimento sociale di Giorgio Almirante.
Un miliardario di simpatie naziste gli regala un castello e una rendita a Saint-Cloud. Sarà il santuario dell’estrema destra francese. Jean Marie Le Pen riuscirà a lepenizzare gli spiriti giocando sull’identità francese, sulla retorica e sulla passata grandeur. Sua figlia si sgancerà dalle farneticazioni paterne – anche se pure lei è fortemente intrisa di razzismo e antisemitismo – ma ormai i temi di fondo del lepenismo sono legittimati.
J.V.