Kraus
Kraus
“Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.”
“Il mondo è una prigione dove è preferibile stare in una cella d’isolamento.”
“Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini.”
Karl Kraus. Jičín, 28 aprile 1874 – Vienna, 12 giugno 1936. Agiata famiglia ebraica di lingua tedesca stabilita nella capitale dal 1877. Lotta con la borghesia ebraica ma non riesce a staccarsene. Odio/amore. Bambino delicato, miope e assai malato. Distrutto dalla morte della madre amatissima nel ‘91. Ama la poesia, il teatro, l’arte. Antireligioso, caustico, sferzante, studente modello, smascheratore di falsità. Prova gli studi giuridici ma ne resta deluso. Si dedica alla filosofia e al Café Griensteidl. Giornalista per il Breslauer Zeitung, si scontra col sionista Theodor Herzl. Accusato di odiare il suo stesso popolo. Ripudia la fede ebraica e fonda Die Fackel (“La Fiaccola”) dove bersaglia l’ipocrisia intellettuale, la psicoanalisi, la corruzione della Kakania, il nazionalismo pangermanico e la politica in genere. Die Fackel vive grazie ai finanziamenti di numerosi artisti ed intellettuali tra cui Oskar Kokoschka, Adolf Loos, Heinrich Mann, Arnold Schönberg, August Strindberg, Georg Trakl, Frank Wedekind, Oscar Wilde. Ovviamente i nemici abbondano soprattutto a causa delle sue taglienti conferenze pubbliche. Industriali, editori, politici, sionisti lo detestano. Un ebreo intelligente e acuto come Elias Canetti lo apprezza. Kraus è tra i pochi intellettuali ad opporsi alla guerra e il suo capolavoro sarà Gli ultimi giorni dell’umanità, dove la tragedia si muta in farsa. Inorridito da Hitler e deluso dalla condotta imbelle della socialdemocrazia scrive La terza notte di Valpurga, pubblicata postuma da Heinrich Fischer nel 1953, a causa del timore di rappresaglie naziste. Aristocratico conservatore, fortemente misogino, resta celibe ma ha una lunga relazione con la baronessa Sidonie Nádherný von Borutin. Muore a Vienna investito da un ciclista il 12 giugno del 1936 per embolia cardiaca. Almeno si risparmia l’Anschluss. Forse il critico più feroce della contemporaneità mediatizzata. Satira ormai impossibile perché già tutto è farsa.
Aforismi di feroce misoginia: Per essere perfetta le mancava solo un difetto/Ci sono donne che non sono belle, ma hanno solo l’aria di esserlo/Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze/Non è vero che non si possa vivere senza una donna. E’ vero soltanto che senza una donna non si può aver vissuto/
Con le donne monologo volentieri. Ma il dialogo con me stesso è più stimolante/Talvolta la donna è un utile surrogato dell’onanismo. Naturalmente ci vuole un sovrappiù di fantasia/Nulla è più insondabile della superficialità della donna/Per l’uomo lo specchio serve solo alla sua vanità; la donna ne ha bisogno per assicurarsi della propria personalità/La cosmetica è la scienza del cosmo della donna/La gelosia è un abbaiare di cani che attira i ladri/Per l’uomo sano basta la donna. Per l’uomo erotico basta la calza per giungere alla donna. Per l’uomo malato basta la calza/L’erotismo sta alla sessualità come il guadagno alla perdita.
Aforismi sul giornalismo: I giornali hanno con la vita all’incirca lo stesso rapporto che hanno le cartomanti con la metafisica/Non avere un pensiero e saperlo esprimere – è questo che fa di uno un giornalista/Il giornalista è stimolato dalla scadenza. Scrive peggio se ha tempo.
Aforismi su arte e cultura: Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c’è modo di avere la sicurezza che non ci venga portato del cianuro per curare un raffreddore/Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe/Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla/Perché scrive certa gente? Perché non ha abbastanza carattere per non scrivere/Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno/Artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma/L’amore e l’arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che proprio grazie al loro abbraccio diventa bello.
Altri aforismi: Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l’uomo non pensi. Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita facile nel mondo/Molti desiderano ammazzarmi. Molti desiderano fare un’oretta di chiacchiere con me. Dai primi mi difende la legge/La vita familiare è un’interferenza nella vita privata/La forza più grande non è pari all’energia che hanno certi nel difendere la propria debolezza/Ci sono delle persone che per tutta la loro vita serbano rancore a un mendicante perché non gli hanno dato niente/Democratico vuol dire poter essere schiavo di tutti/Le buone opinioni non hanno valore. Ciò che importa è chi le ha/La psicoanalisi è quella malattia mentale di cui ritiene di essere la terapia.
J.V.