LA FINE DEL REGIME DI ASSAD

LA FINE DEL REGIME DI ASSAD

Il dittatore ha abbandonato Damasco, è fuggito in Russia, e così termina la dittatura feroce e sanguinaria della sua famiglia. Gli islamisti di Hayat Tahrir al Sham (Hts) hanno conquistato Aleppo. Si respira, per ora, aria di libertà. Tutto è accaduto repentinamente e pochi avrebbero scommesso sulla vittoria degli oppositori del dittatore. Una giornata storica dovuta alla decapitazione di Hezbollah per opera di Israele, alla diminuita potenza aerea dei russi perché impegnati in Ucraina e alla scomparsa della Wagner. Inoltre Teheran, duramente impegnata dal governo israeliano, non è stata più in grado di aiutare Assad. Gli sciiti provenienti dall’Iraq sono stati bloccati dalle minacce del leader di Hts, Abu Muhammad al Julani “non venite qui perché altrimenti sarà un inferno per voi e per noi”. All’Iraq conviene fermarsi. Per il momento Abu Muhammad al Julani dice a gran voce che rispetterà tutti i siriani indipendentemente dal loro credo religioso ma è notorio che il suo modello sono i talebani afghani.

Adesso l’instabilità è determinata da Erdogan che vuole eliminare i curdi, infatti il Syrian National Army (Sna), non ha combattuto contro Assad ma contro i curdi (Syrian Democratic Forces). Al Julani ha permesso alle SDF di abbandonare Aleppo lasciando loro le armi perché non vuole altri problemi. Infatti non ha toccato neppure la base russa di Tartus. Lo scaltro al Julani attacca l’ambasciata iraniana a Damasco ma non le sedi russe. La sua priorità per il momento è il controllo della caotica situazione e non intende infognarsi in altre questioni come lo scontro inevitabile tra turchi e curdi. La questione siriana deve indurre noi europei a capire che occorre una politica ben più energica e che nessun esercito extraeuropeo ci salverà. È finito il tempo dei giochetti e delle pelose ipocrisie. Putin non ha salvato la Siria di Assad e non è imbattibile. Non si tratta di sconfiggere la Russia ma di chiudere la guerra in Ucraina senza perdere la faccia. Infine la caduta di Assad potrebbe essere l’inizio della fine per Teheran.

J.V.

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