Le Radeau de la Méduse
La zattera della Medusa
Museo del Louvre, Parigi
La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto a olio su tela (491×716 cm) di Théodore Géricault, realizzato nel 1819.
Naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell’attuale Mauritania, a causa di negligenze del comandante Hugues Duroy de Chaumareys. Risonanza internazionale. Più di 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 150 dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7, e di queste soltanto 15 fecero ritorno a casa.
Il dipinto esposto al Salon di Parigi del 1819 genera feroci polemiche. Romanticismo francese e punto di svolta rispetto al Neoclassicismo. Influenza, tra gli altri, Eugène Delacroix, William Turner, Gustave Courbet e Édouard Manet.
«La zattera condusse i sopravvissuti alle frontiere dell’esperienza umana. Impazziti, assetati e affamati, scannarono gli ammutinati, mangiarono i loro compagni morti e uccisero i più deboli.»
(Jonathan Miles)
Analogie con il dramma di Ugolino della Gherardesca. Tributo a Michelangelo e Raffaello, studi anatomici accurati, luce cavaraggesca, orrore manifesto che turba le coscienze, crudo realismo, ossessione della morte.
«Géricault mi permise di vedere La zattera della Medusa quando ancora ci stava lavorando. Fece una tremenda impressione su di me tanto che quando uscii dal suo studio cominciai a correre come un pazzo e non mi fermai finché non raggiunsi la mia stanza.»
(Eugène Delacroix)
Per Christine Riding, l’opera mostra «la fallacia della speranza e della sofferenza inutile, e nel peggiore dei casi, l’istinto umano basilare di sopravvivere, che aveva soppiantato tutte le considerazioni morali e gettato l’uomo civilizzato nel barbarismo».
J.V.