LUIGI XIV, IL SOLE

LUIGI XIV, IL SOLE

“Né il Sole né la Morte si possono guardare fissamente”

Luigi XIV di Borbone, il Re Sole (Le Roi Soleil) o Luigi il Grande nasce a Saint-Germain-en-Laye il 5 settembre 1638. Morirà assai anziano per quel tempo a Versailles il 1º settembre 1715. Sessantaquattresimo re di Francia e quarantaquattresimo di Navarra. Regna per 72 anni e 110 giorni, dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715, quando ne aveva quasi settantasette. Primogenito di Luigi XIII e di Anna d’Austria. Simbolo dell’assolutismo e rigoroso assertore della legittimità dei diritti divini del monarca.
Nascita miracolosa ed eccezionale dopo ben 23 anni di sterile matrimonio e quattro aborti spontanei. Bene farà suo padre a chiamarlo Luigi Deodato. Viene ringraziata la Madonna di Loreto con l’omaggio di un bambino d’oro dello stesso peso dell’infante, ancora oggi custodito in una teca dentro la meravigliosa Basilica. Due anni dopo nascerà un secondo figlio, Filippo duca d’Orleans detto Monsieur. Leggende, romanzi e film a non finire sui due fratelli.


Luigi XIII muore improvvisamente nel 1643. Il Delfino diviene Re a soli cinque anni affiancato dalla reggente Anna d’Austria e dal potentissimo Primo Ministro Cardinale Giulio Mazzarino allievo del grande Richelieu. Il bambino sarà legatissimo alla Regina Madre. Anna abbandona il tetro Louvre per trasferirsi al Palais-Cardinal, lasciato in eredità da Richelieu a Luigi XIII. Nello splendido parco privato del palazzo giocheranno i due fratelli assieme ai figli dei servitori. Da questo momento sarà Palais-Royal. Luigi, malgrado gli eccellenti precettori, l’abate Péréfixe de Beaumont nel 1644 e François de La Mothe Le Vayer a partire dal 1652, non è uno studente modello. Eccelle soltanto nella danza e nella precocissima attività sessuale. La Baronessa di Beauvais, “Cateau la Borgnesse”, incaricata dalla Regina, deve accertarsi se e quando il Principe avesse raggiunto la maturità sessuale. I grandi nobili sono assai liberi in questa materia. Monsieur viene spesso vestito da bambina e sarà dichiaratamente omosessuale. Cosa che non gli impedirà di essere un eccellente condottiero sui campi di battaglia. Luigi ama follemente l’arte e sarà un collezionista di capolavori per tutta la vita. Può permetterselo.
Dio lo protegge dal momento che rischia di morire annegato in un laghetto a cinque anni, a nove contrae il vaiolo e riesce a sopravvivere dopo dieci giorni di lotta con la morte. L’8 luglio 1658, a causa di una febbre tifoidale, riceve l’estrema unzione e iniziano i preparativi per la successione quando Guénaut, medico personale di Anna d’Austria, gli somministra un emetico a base di antimonio e di vino che “miracolosamente” guarisce il re. A soli vent’anni è completamente calvo e butterato in viso a causa delle malattie. Così la parrucca sarà assai di moda nel suo regno.
Tentano anche di ucciderlo i Frondeurs, grandi nobili scontenti delle scelte antifeudali del cardinale. Il bambino sarà costretto a fuggire da Parigi su una carrozza assieme alla madre, Filippo e Mazzarino. Ricorderà l’affronto per tutta la vita e costruirà Versailles come prigione dorata per l’alta aristocrazia. Verrà creata una nuova nobiltà, detta di toga, legata alla persona del sovrano. Prima della fronda nobiliare il cardinale aveva dovuto affrontare la fronda del parlamento di Parigi, un organo giudiziario e di controllo composto in gran parte da nobili e da personaggi dell’alto clero. Questa si risolve con la vittoria di Luigi II di Borbone-Condé, principe di Condé, a Lens. La pace di Vestfalia mette fine agli scontri. La Fronda nobiliare è ben più grave perché coinvolge i rappresentanti dell’alta aristocrazia nemici dell’accentramento. Sono coinvolti i nobili più importanti del Regno: Gaston d’Orléans, zio paterno di Luigi, Anne-Marie Louise d’Orléans, duchessa di Montpensier (la Grande Mademoiselle) cugina del re e figlia di Gaston, Luigi II, principe di Condé, Armand di Borbone, principe di Conti, Anne-Geneviéve duchessa di Longueville ed Henry d’Orléans, duca di Longueville, oltre a François di Vendôme, duca di Beaufort e i discendenti di altre dinastie nobili francesi come Federico Maurizio de La Tour d’Auvergne-Bouillon, duca di Bouillon, e suo fratello il famoso maresciallo di Francia, Henri de La Tour d’Auvergne-Bouillon, visconte di Turenna, oltre a Marie de Rohan-Montbazon, duchessa di Chevreuse e François VI, duca de La Rochefoucauld. In realtà i frondeur mirano a controllare il re più che ad eliminarlo. La Fronda si conclude nel 1653 col ritorno dell’esule Mazzarino.


Ora occorre trovare una degna sposa per Luigi e viene scelta l’Infanta di Spagna Maria Teresa d’Asburgo, figlia di Filippo IV e di Elisabetta di Francia. Gli sposi sono due volte cugini primi dal momento che la regina madre, Anna d’Austria, è sorella di Filippo IV ed Elisabetta è sorella del padre Luigi XIII. Matrimonio squisitamente politico che sigla la pace tra le due potenze dopo il trattato dei Pirenei del 1659. Il 9 giugno 1660 nella chiesa di San Giovanni Battista a Saint-Jean-De-Luz i due giovani vengono uniti in matrimonio. Luigi aveva incontrato la sposa soltanto tre giorni prima del matrimonio.
L’anno seguente muore il cardinale e Luigi nell’incredulità generale decide di governare da solo. Licenzia e fa arrestare il potentissimo Nicolas Fouquet (il sole offuscato) dal capitano dei moschettieri D’Artagnan (quello vero). L’ambizioso e potente Fouquet finirà i suoi giorni nella fortezza di Pinerolo. Il suo torto fu quello di fare ombra al re con ostentazione di lusso e potenza. La decisione di farlo fuori era già stata presa dal re ma la festa sontuosa tenuta a Vaux-le-Vicomte e supervisionata dal grande Vatel, irrigidisce ancor più il sovrano. Colbert, rivale di Fouquet e futuro potentissimo ministro delle Finanze, aggrava con documenti falsi la posizione del rivale. Il 7 settembre Fouquet viene trasferito al castello di Angers. Poi ad Amboise dopo averlo sottoposto alla gogna popolare ben indottrinata. Nulla di nuovo sotto il sole. L’accusa contro l’innocente ovviamente è peculato. Un classico. Non gli vengono neppure comunicati i capi d’accusa. Chi prova a difendere Fouquet viene condannato a morte o incarcerato. Ufficialmente Nicolas Fouquet muore nella fortezza di Pinerolo il 3 aprile del 1680 ma l’atto del suo decesso non verrà mai trovato. Il suo amico Gourville sostiene che Fouquet, liberato poco prima del suo decesso, sia stato avvelenato per ordine di Colbert.�La sua altissima posizione sociale al momento dell’arresto e i numerosi segreti di cui egli è a conoscenza, l’accanimento del re, che andò oltre la sentenza dei giudici, faranno sì che alcuni autori lo abbiano identificato nella famosa Maschera di Ferro.
Una pagina torbida e terribile.


Comunque Luigi riporta ordine nell’amministrazione dello stato. Artefice del riordino delle finanze è Jean-Baptiste Colbert. Le nuove tasse provocano rivolte in molte regioni ma la repressione sarà feroce. Anche l’esercito viene riformato in modo centralistico dal marchese di Louvois. Viene emanato il Code Louis, codice di procedura civile valido e uniforme per tutta la Francia e base per il codice civile emanato poi da Napoleone, vero discendente diretto per mentalità e organizzazione del Re Sole. Vengono riformati in senso centralistico anche i codici di procedura penale e di commercio (Code De Savary). Viene redatto persino il documento sulla schiavitù detto Grande Ordonnance sur les Colonies del 1685, conosciuto anche con il nome di Code Noir. Elimina abusi, proibisce la separazione delle famiglie di schiavi e limita la schiavitù dei bianchi detta anche servitù a contratto.
Luigi crea la moderna polizia e la affida a Gabriel Nicolas de La Reynie. Le difficoltà sono enormi a partire dallo sgombero della Corte dei Miracoli, dalla risoluzione del complotto di Latréaumont e dell’affare dei veleni. Il primo è un tentativo di instaurare una repubblica dopo aver rovesciato il sovrano. La pena per i nobili coinvolti è il taglio della testa mentre i borghesi vengono impiccati. L’affare dei veleni si verifica a Parigi tra il 1677 e il 1682 e vede coinvolti parecchi membri dell’aristocrazia a volte addirittura vicini al sovrano. Il capo della polizia risolve la questione con molta attenzione a non entrare a gamba tesa nella disputa tra il potentissimo Colbert (alcuni suoi parenti sono coinvolti) e l’altrettanto potente ministro della Guerra Louvois. Emergono omicidi di bambini, riti satanici, messe nere celebrate dall’abate Étienne Guibourg, profanazione di ostie consacrate, aborti clandestini… insomma un bel pasticcio. Addirittura Étienne Guibourg celebra una messa nera sul corpo vivo di Françoise “Athénaïs” di Rochechouart di Mortemart, marchesa di Montespan, favorita del re e vera padrona di Francia sino a quel momento. La camera ardente, il tribunale speciale istituito dal re per l’indagine sui veleni, pronuncia contro i personaggi 36 condanne a morte, più altre alla prigionia e all’esilio. La Montespan viene accusata di aver acquistato preparati atti a risvegliare l’amore del re e di aver
partecipato ad alcuni esorcismi e messe nere. Per volere di Luigi la Montespan, madre di sei figli legittimati del re, viene risparmiata e i suoi accusatori rinchiusi nelle fortezze reali. Tutte le carte che la riguardano vengono bruciate. Resta a corte ma, ormai in disgrazia, finirà i suoi giorni in un convento parigino.
L’opera di polizia continua con lo sradicamento dell’ accattonaggio, del vagabondaggio e della prostituzione a Parigi. Viene edificato un ospedale generale che riunisce tre storiche istituzioni della capitale: la Salpêtrière, l’ospedale di Bicêtre e quello di Sainte-Pelagie.

Luigi vuole una politica di potenza in Europa e la guerra è la sua unica soluzione. Gli Asburgo sono i suoi nemici nella tradizione di Richelieu e Mazzarino. Del resto al tempo della Fronda nobiliare la Spagna aveva aiutato il Gran Condé contro Parigi. Così alla morte di Filippo IV di Spagna, suo suocero e zio, nel 1665 inizia la guerra di devoluzione che viene rapidamente vinta grazie al potente esercito e al potenziamento della Marina militare. Trascurabili come sempre i pretesti della Guerra. La rapida vittoria di Luigi ed il suo crescente espansionismo preoccupano non poco le Sette Province Unite. Il Gran Pensionario Johann de Witt, già contrastato in patria dall’ ambizioso Guglielmo II d’Orange (futuro Guglielmo III d’Inghilterra), si allea con Svezia e Inghilterra in funzione antifrancese. La Triplice alleanza non dura molto perché Carlo II d’Inghilterra stringe con la Francia il trattato di Dover e, assieme ad alcuni principi renani, dichiara guerra alle Province Unite olandesi. Nel 1672 i dragoni francesi invadono i Paesi Bassi e rafforzano Guglielmo contro il De Witt. Guglielmo improvvisamente stringe alleanza con la Spagna e l’impero. Carlo II a questo punto sigla il trattato di Westminster proclamando la pace tra Gran Bretagna e Paesi Bassi e realizza il matrimonio tra Guglielmo d’Orange e sua nipote Maria. La guerra continua con grandi vittorie francesi. Nel 1674 la Franca Contea viene inglobata dalla Francia. Il Condè sbaraglia l’esercito alleato di Spagna, Austria e Province Unite mentre il Principe d’Orange, adesso alleato di Luigi, blocca a Seneffe l’avanzata verso Parigi, riconquistando la fiducia francese. Inoltre il Maresciallo di Turenne vince in Alsazia contro il feldmaresciallo imperiale Raimondo Montecuccoli. Dopo sei anni di durissimi scontri e di vittorie francesi si giunge alla Pace di Nimega nel 1678. Luigi non è soddisfatto e vuole impadronirsi per vie diplomatiche del Lussemburgo, di Strasburgo e Casale Monferrato, tutte strategicamente rilevanti. Questo è il momento della massima potenza del Sole: Luigi estende i suoi possedimenti coloniali, stringe relazioni con India e Persia e si allea con l’Impero ottomano. Infine l’esploratore De La Salle chiama in onore del re Luisiana l’ampio bacino del fiume Mississippi mentre i gesuiti francesi vengono ricevuti a Pechino.

Negli affari interni, Luigi XIV riesce a rafforzare la Corona a scapito dell’alta aristocrazia e del clero. Sostiene il gallicanesimo con malcelato disgusto del papa e “imprigiona” i grandi nobili a Versailles sotto il suo diretto controllo. Lo schema è questo: la Francia è il centro del mondo, Versailles il cuore di Francia, il corpo del Re il centro pulsante di tutto. Un gesto di benevolenza del Sole ci salva, un suo piccolo rimprovero o, peggio, il suo silenzio, equivale alla completa rovina. Versailles sorge per volontà del Re dove sorgeva un casino di caccia. Tutta la Corte si trasferisce nei sontuosi palazzi il 6 maggio 1682. Versailles è il simbolo della potenza francese. Meno di due secoli dopo il principe tedesco Bismarck celebrerà proprio nel meraviglioso salone degli specchi la nascita del secondo Reich tedesco rovesciando l’impianto della Vestfalia. I nobili vivono ormai esclusivamente nell’orbita del Re e il loro privilegio massimo consiste nella vestizione mattutina del Sole o nel poter cacciare con lui. Esemplare a questo proposito, il film di Roberto Rossellini “Presa del potere di Luigi”.
Ormai i nobili, impegnati in danze, pranzi e pettegolezzi, divengono una classe parassitaria priva di ruolo. Verranno rovesciati un secolo dopo dalla Rivoluzione.
A questo punto Luigi decide di garantire a Mehmed IV la sua neutralità in caso di attacco turco verso l’Impero e così Vienna nel 1683 sarà assediata per due mesi sino a quando il re di Polonia Giovanni Sobieski non riesce a sbaragliare gli ottomani. L’imperatore Leopoldo scampato il grave pericolo comprende che soltanto un ridimensionamento delle ambizioni di Luigi può davvero riportare la pace in Europa.
Luigi, al culmine del potere, inizia a commettere un errore dietro l’altro a partire dalla sciagurata revoca dell’Editto di Nantes che garantiva la tolleranza religiosa verso gli ugonotti francesi. La nuova amante del Re, Madame de Maintenon, si rivela pessima consigliera. Dal 1685 in Francia iniziano i guai per coloro che non professano il cattolicesimo. Con l’Editto di Fontainebleau del 1685 viene revocato l’Editto di Nantes e tutti coloro che non si convertono al cattolicesimo vengono ufficialmente banditi dal regno. I fuoriusciti, più di duecentomila, spesso imprenditori o commercianti vanno a rafforzare l’economia prussiana. L’anno seguente a causa del sentimento antifrancese scatenatosi in tutte le nazioni di religione protestante l’Imperatore del Sacro Romano Impero riunisce nella Lega di Augusta il Palatinato bavarese, il Brandeburgo, la Repubblica delle Sette Province Unite, la Spagna e la Svezia. Come si vede potenze cattoliche e protestanti assieme contro quello che ormai viene percepito come un tiranno. Del resto col bombardamento di Genova del 15 maggio 1685 Luigi aveva offerto un saggio della sua prepotenza. Nel 1688 con un pretesto i francesi occupano il Palatinato al grido “Brûlez le Palatinat!”? Le truppe comandate da Ezechiel du Mas Conte di Melac devastano scientificamente il territorio per intimorire l’Imperatore, capo della Lega di Augusta. Lo sdegno e la paura crescono e intanto in Inghilterra viene deposto il cattolico Giacomo II con la Gloriosa Rivoluzione che porta sul trono Maria II, figlia di Giacomo, e il di lei marito Guglielmo III d’Orange nemico personale di Luigi. Inizia la guerra dei nove anni. I primi anni registrano vittorie francesi perché il grosso degli imperiali è impegnato contro i turchi. Luigi tenta di riportare sul trono inglese Giacomo II che viene però sconfitto nella battaglia del Boyne nel 1690. Comunque sino al 1693 i francesi comandati dal Luxembourg riportano una vittoria dietro l’altra a Fleurus, Steenkerque e Landen e anche sui mari contro gli inglesi. Malgrado le vittorie anche i francesi sono provati e si giunge così al trattato di Ryswick del 1697. La strategica piazzaforte di Strasburgo viene assegnata ai francesi, Luigi riconosce Guglielmo come legittimo re d’Inghilterra e stipula un trattato con tutti gli altri stati. Intanto i servizi segreti francesi lavorano per distruggere l’alleanza antifrancese. Gli equilibri però si romperanno nuovamente con la questione spagnola dal momento che il disgraziato Carlo II era morto senza lasciare eredi per il ricchissimo impero spagnolo. Francia e Austria sono di nuovo si ferri corti per evidenti motivi dinastici. Nel 1700 il moribondo Carlo II prende decisioni importanti che tendono ad impedire una fusione tra Francia e Spagna. Le condizioni erano stringenti: chi accettasse la corona aveva l’obbligo di mantenere integro l’impero spagnolo senza smembrarlo o cederne alcuna parte, e doveva rinunciare alla successione alla corona del proprio paese d’origine. Luigi decide per la guerra e alla morte di Carlo II (1 novembre 1700) impone il proprio nipote Filippo come re di Spagna col nome di Filippo V. Si forma un’altra grande alleanza e inizia una guerra devastante e costosissima per la Francia che copre gli ultimi quindici anni di regno di Luigi. Eugenio di Savoia, comandante in capo degli imperiali dimostra che la macchina da guerra francese si è inceppata. Eugenio con le sue vittorie costringe i Franco-Spagnoli alla pace. Vengono firmati i trattati di Utrecht e Rastatt nel 1713/14. Sostanzialmente la Francia esce dissanguata dalle guerre volute dal suo Sovrano. Una serie di lutti indebolisce la dinastia borbonica e Luigi perde quasi tutti i suoi eredi legittimi tra il 1711 e il 1714. Il 9 agosto 1715 di ritorno da Marly, il Re entra in agonia. Morirà alle 8 del mattino del 1º settembre 1715 a causa di ischemia. Prima di morire dirà “Perché piangete? Cosa credevate, che fossi immortale?”
Il popolo francese esulta perché a causa delle continue guerre le condizioni del paese erano ormai miserabili.

Su un tale personaggio esiste una bibliografia sterminata. Suggerisco Voltaire, Storia del secolo di Luigi XIV, Philippe Erlanger, Luigi XIV, John B. Wolf, Luigi XIV, I Memoires di Saint-Simon.
Luigi XIV compare come personaggio nel ciclo di romanzi di Richelieu e Mazarino di Alexandre Dumas (I tre moschettieri, Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne) e anche nei popolari romanzi di Anne e Serge Golon, Angelica. Poi sterminata filmografia di intrattenimento popolare.
Sulle numerose amanti del Re e i rilevanti problemi politici conseguenti Benedetta Craveri, Amanti e Regine.

Fu un buon sovrano? Per il suo popolo no perché con la continua ricerca della Gloria e della Potenza lo ha impoverito orribilmente. Alla sua morte, con la reggenza del suo odiato nipote Filippo d’Orlèans, si può dire che esistano già le premesse dell’ottantanove. Magistrale a questo proposito il bellissimo film di Tavernier “Che la festa cominci”.
Certo, protesse musicisti, artisti, promosse il talento e fece della Francia il Paese più potente del mondo… a quale prezzo?

J.V.

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