MARIO TRONTI

MARIO TRONTI

“Stiamo dentro questa terribile stretta: mai come oggi un altro mondo è necessario e mai come oggi un altro mondo non è possibile. Diciamo: non lo è per il momento. Quanto sarà lungo questo momento, non sappiamo. Qui torna il concetto, teorico-storico, di rivoluzione. Mi sono fatto un’idea, che vorrei avere il tempo di elaborare. La rivoluzione non è l’atto con cui si prende il potere, ma il processo con cui si gestisce il potere. Riformisti prima, rivoluzionari solo dopo”.

Fondatore dei Quaderni Rossi con Ranieri Panzieri. Poi fonda la rivista Classe operaia nel 1963. Si allontana dal PCI senza uscirne de facto per dare vita all’esperienza detta Operaismo collegata direttamente alle lotte di fabbrica. Influenzato dal pensiero di Galvano Della Volpe si allontana dalla vulgata togliattiana del pensiero gramsciano. Forte debito verso Ernst Jünger (L’operaio). Nel 1966 pubblica “Operai e capitale”, libro di impatto notevole al tempo della contestazione giovanile. Nemico dello spontaneismo, Tronti pone l’accento sulla centralità della mediazione politica. Si riavvicina al partito comunista di Berlinguer (Il Principe disarmato) e viene ammesso nel Comitato centrale. Docente universitario a Siena e parlamentare per diverse legislature elabora sempre più criticamente un pensiero negativo sulla crisi della politica e della democrazia. Un filosofo spinoziano, con spalle larghe e schiena diritta, poco incline alle mode sessantottine et similia, nemico del movimentismo, attento e rigoroso lettore di Machiavelli e Gramsci. Un uomo saggio gentile e granitico. Da leggere la sua opera del 1998 “La politica al tramonto”. Un pessimista fiducioso, duro e realistico.

“Il pensare estremo l’ho imparato da Marx ma anche da tutte quelle forme di pensiero incomponibili con lo stato presente, inassorbibili dall’opinione corrente, irriducibili al senso comune di massa, alternative al buon senso intellettuale… Accanto a questo “pensare estremo” c’è “l’agire accorto” che ho imparato da Machiavelli, l’ho inseguito nei teorici della ragion di Stato, poi alla scuola dei Gesuiti, specialmente spagnoli, quindi nella forma politica del cattolicesimo romano, l’ho ritrovato in Max Weber e in Carl Schmitt… Temo di non fare in tempo a vedere il ritorno dell’altra bella espressione, Aufheben, superare conservando: che rimane a tutt’oggi la cifra realistica di una rielaborazione del concetto di rivoluzione.”

Mario Tronti è morto il 7 agosto 2023, a novantadue anni.

J.V.

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