OIKOFOBIA OCCIDENTALE

OIKOFOBIA OCCIDENTALE

Oikofobia (dal greco oïkos e phobos, repulsione per la propria abitazione)

È ciò che oggi avviene nell’Occidente malato. Molti giovani, garantiti da una serie di diritti che sono impensabili in altre parti del pianeta, odiano il mondo occidentale e ripudiano la nostra cultura con palesi e pericolose contraddizioni. La prima e più evidente è che spesso inneggiano a culture chiaramente illiberali e antidemocratiche mentre si trovano al riparo del diritto occidentale. Un caso davvero inquietante. La xenofilia è tipica di molti adolescenti così come il loro dividere il mondo in bene/male senza sfumature. Inoltre i giovani in genere vogliono trovare cause “giuste” in cui credere senza approfondire molto. Lo dico perché molto tempo fa sono stato giovane anch’io e mi comportavo più o meno allo stesso modo. Ovviamente alle spalle di questi atteggiamenti giovanili si trovano elucubrazioni di accademici sin troppo celebrati come Jacques Derrida che con il suo assalto alla società borghese produce un’anticultura che critica aspramente i valori occidentali. Per non parlare della grottesca “cultura” woke ormai imperante. Alla tradizione giudaico-cristiana si sostituisce il Nulla di Derrida, Foucault e altri pensatori (e cito i migliori) o peggio delle sciocchezze woke.

Personalmente ritengo l’immigrazione inevitabile e probabilmente necessaria perché senza nuova forza lavoro, nuova linfa il vecchio mondo non potrebbe sopravvivere. Giovani di altre etnie e culture, affamati e più determinati e ambiziosi rispetto ai nostri sono indispensabili e rappresentano il futuro. E qui si cela il conflitto del Vecchio continente, un conflitto insolubile, conseguenza di avidità, ignavia, codardia e stupidità. I nostri governi per timore di venire bollati come islamofobi o razzisti, commettono errori su errori non affrontando il vero problema che è quello di un’integrazione nel rispetto dei valori occidentali.

Come sottolinea lo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte in una intervista a XL Semanal, il settimanale del quotidiano spagnolo ABC, gli immigrati musulmani si lasciano alle spalle la povertà, ma portano con sé la loro religione e il loro modo di vivere. In sostanza godono dei diritti occidentali inaccessibili nei loro paesi d’origine, ma quando si tratta di rispettare le regole pretendono un trattamento differenziato in nome della loro religione. Molti giovani islamici ci disprezzano, ci considerano deboli e corrotti, mentre vedono l’islam radicale come forte e attraente. Per loro l’Europa è il cancro e l’islam è la soluzione. Vogliono abbattere la nostra democrazia grazie alla nostra democrazia. Arturo Pérez-Reverte aggiunge “trovate lavoro e guadagnatevi il rispetto, ma rispettate voi stessi le regole. Portate i vostri figli a scuole che li integrino, non chiamate vostra figlia la mia ‘puttana’ perché indossa la minigonna, non fatela sposare con qualcuno che non ama, non mutilatele il clitoride, non copritele il viso o la testa fin dal primo ciclo. Avete qualità che rispetto; impariamo gli uni dagli altri e comprendiamoci; altrimenti, ecco la porta. Ciò non è stato fatto quando poteva essere fatto e oggi è troppo tardi. Il tempo è passato. L’Europa ne sta pagando le conseguenze”. Non riesco a dargli torto.

J.V.

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