Ottone III e la fine della casa di Sassonia

Ottone III e la fine della casa di Sassonia

Tragica grandezza di un fanciullo dichiarato maggiorenne a quindici anni. Assai bello e colto, convinto per educazione materna del sacro ruolo imperiale, porta alle estreme conseguenze il disegno del nonno Ottone I. Nel 997 lascia i suoi marchesi a combattere contro gli slavi e scende in Italia attratto dal fascino di Roma. Crescenzio aveva nominato antipapa Giovanni XVI contrapposto al papa imperiale Gregorio V. Agli inizi del 998 l’antipapa viene orribilmente mutilato dai tedeschi e Crescenzio decapitato e appeso ad una forca assieme ai suoi seguaci. Il diciottenne imperatore culla sempre più il sogno dell’impero universale aiutato da Gerberto d’Aurillac, futuro papa Silvestro II. Un primo risultato giunge dall’Ungheria dove il re Waik si converte al cattolicesimo prendendo il nome di Stefano I. Anche Polonia e Boemia vengono convertite. Ottone III si reca in pellegrinaggio a Gniezno e Aquisgrana dove apre la tomba di Carlomagno. La situazione in Italia meridionale e in Germania peggiora sempre più quando il giovane imperatore muore improvvisamente il 23 gennaio 1002. Qualche mese dopo muore anche papa Silvestro.

Gli succede Enrico II, figlio di Enrico il litigioso, uomo affabile e popolare, amante del lusso e desideroso di germanizzare l’impero allontanandosi dalla concezione universale del predecessore. Una sorta di iniziale Deutschland über alles. Muore nel 1024. Con lui si estingue la casa di Sassonia.

J.V.

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