Per una possibile storia della musica. 57

Per una possibile storia della musica. 57

Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 3, Marcia funebre. Scritta tra il 1802 e il 1804. Prima esecuzione pubblica 7 aprile 1805 Theater an der Wien. Inizialmente dedicata a Napoleone in cui Beethoven, come Hegel, scorge “lo spirito del mondo”. La dedica verrà poi cancellata dopo l’incoronazione imperiale. Il dedicatario definitivo sarà il principe Lobkowicz, un aristocratico boemo che ospitò nel proprio palazzo la prima esecuzione privata nel 1804.

“A proposito di questa Sinfonia Beethoven aveva pensato a Napoleone, ma finché era ancora primo console. Beethoven ne aveva grandissima stima e lo paragonava ai più grandi consoli romani. Tanto io, quanto parecchi dei suoi amici più intimi, abbiamo visto sul suo tavolo questa sinfonia già scritta in partitura e sul frontespizio in alto stava scritta la parola “Buonaparte” e giù in basso “Luigi van Beethoven” e niente altro. Se lo spazio in mezzo dovesse venire riempito e con che cosa, io non lo so. Fui il primo a portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: “Anch’egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!” Andò al suo tavolo, afferrò il frontespizio, lo stracciò e lo buttò per terra.” (Ferdinand Ries).

“Beethoven modifica la destinazione del genere sinfonico, nel senso che esso, se fino a quel momento serviva come intrattenimento per un ambiente ristretto e chiuso, supera ora questi limiti e diventa oggetto di discussione per una moltitudine finora sconosciuta, totalmente nuova nel numero e nella sua composizione. Lo schema tecnico musicale secondo il quale Beethoven scrive le sue Sinfonie è, nei caratteri fondamentali, quello tradizionale. La novità rivoluzionaria, grazie alla quale la Sinfonia di Beethoven rappresenta per noi l’inizio di una nuova era musicale, sta nel fatto che – se posso servirmi di una definizione drastica -Beethoven compone non una nuova musica, ma un nuovo uditorio. La Sinfonia di Beethoven viene concepita partendo dall’idea di un uditorio completamente nuovo. Tutte le differenze in senso strettamente musicale rispetto ai predecessori si possono spiegare, in parte persino riconoscere, come riflessi dell’idea dell’uditorio che è loro alla base. L’immagine ideale di un uditorio per il quale Beethoven scrisse, e da cui attinse la forza e l’impeto delle sue idee, fu un’ulteriore elaborazione del grande movimento democratico che dalla Rivoluzione francese condusse alle guerre di liberazione tedesche. Elaborazione come si presentò allo spirito di Beethoven. Possiamo percepirla ogni volta di nuovo quando viviamo in noi stessi la potenza catartica e solenne di una Sinfonia di Beethoven, poiché in tali momenti noi stessi diventiamo il pubblico per il quale Beethoven ha composto, la comunità cui egli parla.” (Paul Bekker)

“Prima di tutto la definizione di “eroica” è da prendere nel significato più ampio e non è mai da intendere riferita solo a un eroe militare. Se con “eroe” comprendiamo l’uomo vero e intero, al quale appartengono nella loro massima pienezza e potenza tutte le emozioni puramente umane – dell’amore, del dolore, della forza -, allora comprendiamo il vero tema che l’artista vuole comunicarci con il linguaggio così commovente della sua opera musicale. L’area artistica di quest’opera è tutta riempita dalle diverse emozioni, potentemente allacciate una all’altra, di un’individualità completa e forte, alla quale nulla di umano è estraneo, ma che contiene in sé tutto ciò che è veramente umano e lo esprime in modo tale che essa dopo schietta manifestazione di tutte le passioni nobili giunga alla definizione della propria natura in cui si congiungono il sentimento più delicato con la più sicura energia”. (Richard Wagner)

Probabilmente la lettura di Wagner, sincero ammiratore di Beethoven, è quella che amo di più perché parla di umanesimo totale.

J.V.

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