QUARTO COMANDAMENTO (LA PASSION BÉATRICE)
QUARTO COMANDAMENTO (LA PASSION BÉATRICE)
Quarto comandamento (La passion Béatrice) è un film del 1987 diretto da Bertrand Tavernier. Con Bernard-Pierre Donnadieu (François de Cortemart) e Julie Delpy (Béatrice de Cortemart).
“Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio”
1346, fra il regno di Francia e quello d’Inghilterra è in corso quella che a partire dall’Ottocento verrà chiamata la “guerra dei Cent’anni”. L’11 luglio Edoardo III salpa dall’isola di Wight alla testa di un esercito di quindicimila uomini, facendo vela verso la Normandia. L’esercito francese si compone di più di cinquantamila uomini capeggiati dall’alta aristocrazia. Gli inglesi si schierano nei pressi del villaggio di Crécy-en-Ponthieu, disponendosi lungo un pendio in attesa dell’arrivo dell’esercito francese, che sopraggiunge il 26 agosto. L’esito sarà drammatico per la cavalleria francese. Tra gli sconfitti vengono fatti prigionieri François de Cortemart ed il figlio. Béatrice de Cortemart, figlia adolescente del signore del castello vive in attesa del ritorno del padre e del fratello. Paga un pesantissimo riscatto e quattro anni dopo può finalmente riabbracciare i propri cari. La guerra ha cambiato tutto. Il giovane Cortemart è rimasto traumatizzato dall’esperienza bellica e soffre delle continue umiliazioni da parte del padre, che si rivela un uomo crudele ai limiti della bestialità, al punto di violentare la figlia. Roso dalla rabbia e dall’umiliazione per la bruciante sconfitta militare, perde ogni connotazione umana. Da giovane, prima di partire per la guerra, aveva ucciso l’amante della madre pensando così di salvare l’onore della famiglia. Film crudo, terribile, bellissimo, discusso. Un medioevo vero grazie alla consulenza di Jacques Le Goff, ispirato alla storia di Beatrice Cenci (Tavernier, grande estimatore, quando era critico cinematografico, di Riccardo Freda, lo ingaggia come regista della seconda unità e gli dedica quest’opera). Film letterario, melodramma raffinato e ad un tempo violentissimo. Musiche di Ron Carter, ambientazione sontuosa, dialoghi di Colo O’Hagan Tavernier.
“Dio è assente dai campi di battaglia”
(Blaise Cendras, La mano mozza)
J.V.