Riflessioni sulla violenza

Riflessioni sulla violenza 


“Nessuno può essere costretto dalla violenza o dalle leggi ad essere felice; per conseguire tale stato sono invece necessari un’amorevole e fraterna esortazione, una buona educazione e soprattutto un personale e libero giudizio.“ (Baruch Spinoza, Trattato teologico-politico)


Da Vis, forza, nel senso di forzare il limite. Un atto di brutale volontà che oltrepassa il limite della volontà altrui. Un abuso fisico, verbale, psicologico. Teoricamente lo Stato legittima e detiene il monopolio della violenza e, sempre teoricamente, unica eccezione consentita è la legittima difesa. Una sorta di razionalizzazione della violenza. Particolarmente aggressiva e pericolosa è poi la violenza mediatica. Violenza e odio sono intimamente collegati quindi per divenire non violenti occorre combattere il nostro odio interiore. Credo che raramente la violenza possa essere utile a realizzare qualcosa di buono. Mi sono abituato alla solitudine ma non alla violenza anche se comprendo che a volte possa essere necessaria per difendersi dai violenti incapaci ed ignoranti. Benedetto Croce mi ha insegnato che la violenza può soltanto distruggere, non crea nulla di buono. Odio genera odio e violenza genera violenza. Uomini poco virili, insicuri e piccini violentano le donne, urlano, minacciano, ricattano. Chi è in errore usa facilmente metodi violenti. Chi è violento con le parole è già un assassino. La violenza ha due complici spaventosi che si chiamano indifferenza e debolezza. Questi tre loschi e muti figuri non risolvono alcun problema ma ne creano molti. Sono intimamente legati al Potere, sono i suoi servi sciocchi.

Secondo Thomas Carlyle “Anche quando fa giustizia, la violenza è ingiusta.” Concordo con lui e tento di non infliggere violenza a nessuno malgrado sia stato vittima di una brutale e spaventosa violenza mediatica. La mia forza consiste nel non vendicarmi e nell’esercizio della scrittura. Purtroppo, per ciò che ho vissuto e studiato, tengo comunque a mente la lettura di Joseph De Maistre “Non vi è un solo istante in cui un essere vivente non venga divorato da un altro e, al di sopra delle razze di predatori è posto l’uomo, la cui mano distruttrice non risparmia alcun essere vivente: egli uccide per nutrirsi, per vestirsi, per ornarsi, uccide per attaccare e per difendersi, uccide per istruirsi, uccide per uccidere.”

È così… ma il nostro sforzo deve consistere nel mutare questa triste condizione e dobbiamo partire dai giovani, dalla scuola, dalla famiglia (spesso luogo di sottile e spaventosa violenza). Capire che l’energia giovanile va trasformata in amore per la cultura e in gentilezza. Come sempre la Scuola è determinante. 
J.V.

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