Roma. La Seconda Guerra Civile
Roma. La Seconda Guerra Civile
Conseguenza del periodo graccano e del conflitto asperrimo tra Mario e Silla. Ora Cesare contro Pompeo. Scontro politico e militare tra seguaci di Cesare e Optimates di Pompeo, Catone Uticense, Quinto Cecilio Metello e Pio Scipione Nasica. Repubblica frantumata.Nel 78, anno della morte di Silla, Emilio Lepido console di parte popolare. I suoi tentativi di prendere il potere vengono stroncati da Gneo Pompeo, ex generale di Silla. Grazie al suo esercito personale reprime anche il tentativo di Sertorio di creare un nuovo stato in Spagna. Fonda nuove città come Pompaelo (Pamplona). Facoltà di attribuire cittadinanza e formazione di larghe clientele. Grazie a questi disordini si allenta la disciplina nelle famiglie servili delle grandi tenute. Rivolta di Spartacus, trace di nobili origini, nel 73. Da Capua al Vesuvio. Scorribande e devastazioni. Spartacus cosciente dell’impossibilità di rovesciamento dell’ordine costituito, cerca una via di fuga. A Modena batte l’esercito romano, torna a sud e viene osteggiato da 12 legioni di Crasso, incaricato di reprimere la rivolta, non presa troppo sul serio inizialmente. Il dives Crasso, ricchissimo e avido esige gloria militare e vuole interrompere una sedizione che ha messo in crisi di manodopera le sue sterminate tenute. Un rapace ingrassato col sangue delle vittime delle proscrizioni di Silla. Nel Piceno il suo luogotenente Mummio viene incredibilmente sconfitto dall’esercito servile. Decimazione tra le file romane per punizione. Crasso consapevole che il tempo gioca a suo favore. Spartacus non possiede navi e i pirati lo tradiscono. È imbottigliato al sud. L’esercito servile viene distrutto dalle forze congiunte di Crasso e Pompeo in Apulia. Superstiti crocifissi. L’imponente schieramento di forze utilizzate per la guerra servile e il prestigio dei comandanti la dice lunga sul serio rischio corso da Roma. Per non parlare delle implicazioni morali della questione.
Continuano i trionfi di Pompeo in Asia con la sconfitta dell’ultimo grande nemico di Roma: Mitridate. La Siria diviene provincia romana. Per gli affaristi romani si aprono scenari nuovi in Oriente. Tutto grazie al potentissimo Pompeo, ormai divenuto Magno con grande invidia di Crasso. Nel 62, dopo cinque anni di guerra, Pompeo in trionfo a Roma. 14 popoli sottomessi, 900 città occupate, 20.000 talenti per l’erario. Intanto altri due uomini vengono alla ribalta: Cicerone e Cesare. Cesare esponente del partito mariano. Disubbidisce a Silla e non ripudia la moglie Cornelia (figlia di Cinna). Sfugge alle proscrizioni e ai tentativi di assassinio da parte dei sicari. Solida cultura, viaggi in Oriente, prigioniero dei pirati. Ironia su Cesare, regina di Bitinia. Nel 64 rischia grosso con la congiura di Catilina. Si scontra con il sopravvalutato (in ogni senso) Cicerone, abile oratore nell’abbattere muri di cartone e interessato ad ingigantire la rivolta del disgraziato Catilina. Nutro nei confronti dell’ambiguo e prolisso Cicerone una forte e sincera antipatia, istintiva ai tempi del liceo, razionale e corroborata dalle carte in tarda età. Classico esemplare di vile parolaio, manipolatore e ambiguo, sempre pronto ad usare i tribunali per rovinare i concorrenti politici. Oggi non vediamo nulla di nuovo sotto il sole. Cesare, allarmato dall’ostilità crescente contro di lui, va in Spagna e sconfigge i Cantabri traendone grande vantaggio economico. Al rientro a Roma nel 60 stringe alleanza con Pompeo. Ed ecco il primo triumvirato de facto: Pompeo, Cesare e Crasso. Distribuzione delle terre ai veterani di Pompeo e crescente popolarità di Cesare che con la Lex Vatinia ottiene il governo dell’Illirico e della Cisalpina. Intanto il perfido Cicerone viene esiliato e il seccatore Catone uticense si leva di torno. Cesare trionfa in Gallia e occupa la Britannia.
Leggere necessariamente De Bello Gallico. Roma entusiasta per le vittorie di Cesare. Il geloso Pompeo si riavvicina al Senato e richiama Cicerone dall’esilio. Assieme a Crasso, Pompeo si reca a Lucca per incontrare Cesare. Lo Stato ormai è in mano loro: a Pompeo la Spagna, a Crasso la Siria e a Cesare la Gallia. Cicerone cuor di leone approva dandosi dell’asinus germanus. Crasso viene ucciso dai Parti nel 53 a Carre. Capolavoro di Cesare ad Alesia. Ripeto: leggere De Bello Gallico. Vercingetorice prigioniero. Cesare torna a Roma. Rubicone e rottura col Senato. Inevitabile scontro con Pompeo e vittoria a Farsalo. Scenario egiziano: Pompeo ucciso a tradimento per ordine di Tolomeo in lotta con la sorella Cleopatra. Per nove mesi Cesare si trattiene in Egitto. Risultato: Cesarione. Nel 47 sconfigge in 5 giorni Farnace II, figlio di Mitridate… Veni, Vidi, Vici. Vittorie in Africa, pompeiani sconfitti in Spagna. Un potere da imperatore. Servilismo del Senato.
Il complotto e le Idi di marzo. Solo Dante punisce in modo adeguato Bruto e Cassio, traditori, irriconoscenti, ipocriti e smidollati. Contro Cesare si accumulano invidie, gelosie, rancori e ingratitudine. Nessuno ti perdona il bene che gli hai fatto.
Nella tarda mattinata del 15 marzo 44, si compie il misfatto sotto la statua di Pompeo.Si apre lo scenario di una terza guerra civile.J.V.