Schadenfreude

Schadenfreude

Gioia per le disgrazie altrui. Sentimento diffuso assai meschino e malcelato. Schaden(danno) e Freude (gioia).

Assai diffusa in ambito calcistico e sportivo in genere, politico, sociale, scolastico, lavorativo… insomma un po’ dappertutto.

In tedesco il termine ha sempre una connotazione negativa. Esiste una distinzione tra la “Schadenfreude segreta” (un sentimento privato) e la “Schadenfreude aperta” (Hohn).

In italiano termine analogo aticofilia (dal grecoἀτυχής atychḗs “sfortunato” e φιλία philía “amore, passione”). Attinenza col sadismo. Un compiacimento malevolo verso il prossimo, derivante dalla scarsa considerazione di sé stessi che si riflette nella errata consolazione che anche il sé degli altri sia scarso e non degno.

Il Buddhismo rovescia la Schadenfreude in mudita o gioia comprensiva, felicità per la buona sorte dell’altro.

Nelle sue Memorie del Terzo Reich, Albert Speer descrive il senso dell’umorismo di Adolf Hitler come basato completamente sulla Schadenfreude. Alcuni esempi gli scherzi giocati da Hitler a ministri come Joachim von Ribbentrop.

La Schadenfreude fa star meglio quando ci si sente inferiori; solleva l’autostima delle persone mediocri.

Sentimento ignobile ma purtroppo assai umano e diffusissimo.

Spinoza per parte sua constatava nell’Etica (III, 23) che: “chi immagina affetto da Tristezza chi ha in odio, si allieterà; se invece lo immagina affetto da Letizia, si rattristerà.”

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Non esiste indizio più infallibile di un cuore profondamente cattivo, della più bassa indegnità morale, che un tratto di pura e cordiale gioia del danno altrui.(Arthur Schopenhauer)

 
 
J.V.

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