Spartacus
Film di Stanley Kubrick del 1960, dal romanzo di Howard Fast. Fortemente voluto da Kirk Douglas. Scritto da Dalton Trumbo, (sceneggiatore di Vacanze romane e regista del misconosciuto quanto profondo E Johnny prese il fucile), in odore di comunismo e perseguitato dalla commissione McCarthy. Pignoleria assoluta, dettagli minuziosi, grande recitazione. Guerra fredda, Trumbo scrive sotto falso nome. Regia affidata ad Anthony Mann, poi sostituito da Kubrick per volontà di Douglas, insoddisfatto del lavoro. Tre anni prima Orizzonti di gloria. Anche con Kubrick le liti sono continue e il regista non mette la sua firma. Malgrado ciò il film riesce bene.
I fatti sono noti: gladiatori della scuola di Capua diretta da Batiato (Peter Ustinov) in rivolta, incontro di Spartaco con la schiava Varinia (Jeane Simmons) che gli darà un figlio. Spartaco condottiero di un esercito di ribelli. Tentativo di fuga verso oriente da Brindisi. Intrighi del potere di Roma e lotte intestine tra Crasso (Lawrence Olivier) e Gracco (Charles Laughton) che rappresentano due modelli diversi e antitetici di controllo del potere politico del Senato, mentre si intravede un giovane Cesare. Dialoghi fitti e di buon livello. Film appassionante ed enfatico con esaltazione dell’Eroe e suo sacrificio. Obiettivo politico e risentimento americano in epoca kennedyana (in realtà il Presidente Kennedy lo valuta positivamente, l’opinione pubblica americana un po’ meno). Sequenze pittoriche che anticipano Barry Lindon. Scene a sfondo sessuale tagliate dalla censura (in Italia in modo massiccio). Suicidio di Gracco, sete di potere di Crasso, battaglie epiche di altissimo livello spettacolare, crocifissione finale di massa.
Spartacus tra realtà e leggenda. Germania del Novecento… a Rosa e Karl non andrà benissimo… come a Spartacus del resto.
J.V.