TEHERAN IN GRAVI DIFFICOLTÀ VUOLE TRATTARE SUL NUCLEARE

TEHERAN IN GRAVI DIFFICOLTÀ VUOLE TRATTARE SUL NUCLEARE

Razionamento del carburante, blackout elettrici, sanzioni occidentali spingono i riformisti del neo presidente Masoud Pezeshkian a chiedere l’apertura di un dialogo con Trump e il vecchio continente. In questo scenario si colloca il sequestro della giornalista Cecilia Sala, legato al caso dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabad del quale gli Stati Uniti chiedono l’estradizione al nostro governo. In questo momento a Teheran gravi sono i timori per un possibile attacco di Israele e il Primo Ministro cerca di compattare il paese bloccando la legge liberticida nota come “Sostegno alla famiglia attraverso la promozione della cultura della castità e dell’Hijab” sostenuta dai conservatori. Inoltre vengono reintegrati molti studenti universitari e alcuni docenti a cui era stato impedito di studiare o insegnare. È necessario dialogare con la parte riformista dell’Iran. Secondo Katayoun Malekì, giornalista di “Mondo Economico”, testata privata iraniana “La scelta unilaterale della prima amministrazione Trump di ritirarsi dall’Accordo nucleare ha posto un’ulteriore pressione sull’economia iraniana influenzandola negativamente. La conseguenza è stata che tutte le grandi società internazionali, desiderose di investire in Iran, sono state costrette ad andarsene. La mancanza di questi fondi stranieri ha rallentato la realizzazione dei progetti iraniani, in aggiunta alla mancanza di lettere di credito internazionali per scambi commerciali che riguardano il nostro Paese. L’attuale penuria di gas è una delle conseguenze dell’assenza di investitori stranieri. Non abbiamo potuto sviluppare i nostri giacimenti di gas incrementandone la produzione e ora ci troviamo nel pieno di questa crisi energetica”.

L’inflazione è galoppante e il paese è in ginocchio. In questa situazione il governo di Pezeshkian vuole dialogare con l’Occidente mentre gli integralisti spingono verso il nucleare. Secondo il vice presidente per gli Affari strategici, già ministro degli Esteri e principale negoziatore sul dossier nucleare, Mohammad Zarif, “La Repubblica islamica è aperta ai negoziati, anche con l’America”. La via della pace è perseguibile.

Anche Cecilia Sala nei suoi servizi ha sempre evidenziato le differenze politiche presenti in Iran ed è stata contrastata da chi in modo semplicistico dice “sono tutti uguali”. Auguriamoci una sua rapida liberazione. Il caso non ha nulla di giudiziario ma è squisitamente politico.

J.V.

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