Tiberio

Augusto non ama Tiberio. Soltanto una serie di lutti porta il figliastro dell’imperatore al potere. Per lignaggio e valore merita il comando. Gens Claudia, soldato valoroso. Vendicatore di Teotoburgo, vincitore dei barbari nelle campagne di Germania, Pannonia, Dalmazia. Obbediente e rispettoso, esegue gli ordini che gli vengono impartiti dal Principe. Anche quello di ripudiare l’amata moglie per sposare la famigerata Giulia, potentissima e scaltra figlia di Augusto.

Orgoglioso, triste, severo, cupo, vittima di un’ambiguità di fondo: vorrebbe governare col Senato ma non si fida dei senatori, ipocriti, maschere piangenti e lamentose, adulatrici, come scrive Tacito. Non esiste peraltro una regola secca di trasmissione del potere imperiale, per cui l’uomo più potente del mondo è potenziale vittima di complotti. Non si sente sicuro e questa insicurezza accresce spesso la crudeltà. Non mancano gli omicidi politici come quello di Agrippa postumo. I giudizi negativi di Tacito e Svetonio sono contestati dalla moderna storiografia. Santo Mazzarino lo descrive come ottimo soldato, dubbioso e rispettoso della tradizione senatoriale. Rifiuta di essere venerato come un Dio. Quando non riesce più a reggere il gioco romano, infestato da delatori, traditori, uomini pronti ad ogni bassezza, si ritira nella splendida villa di Capri.

Non tornerà più nella capitale. Un personaggio potentissimo, il prefetto del pretorio Seiano, esercita in sua assenza un potere immenso ed autoritario. Importanza politica dei pretoriani, corpo d’élite dell’esercito, decisivo in caso di lotta per il potere. Rischio di continue guerre civili. Tiberio, avvertito delle mire esagerate del prefetto, con un piano veloce e fulmineo, lo fa arrestare, condannare e strangolare. Il corpo senza vita di Seiano viene gettato in pasto alla plebe.


L’anziano imperatore, stanco e malato, passa gli ultimi anni nella sua stupenda residenza. I malevoli lo vogliono prigioniero di turpi giochi erotici, ma a molti piace associare il pettegolezzo triviale alla descrizione del vero potere. Ciò che è certo è che Tiberio è il continuatore della politica augustea, un buon amministratore, un eccellente soldato.
Alla sua corte intanto cresce un giovane che passerà alla storia come uno dei più feroci e folli imperatori: Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico, detto Caligola.

J.V.

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