Traiano
Claudio imperatore ebbe una grande intuizione: aprire il Senato ai provinciali della Gallia transalpina per rafforzare l’impero. Lungimirante. Cinquanta anni dopo Traiano diviene imperatore. Proviene dalla Spagna Betica, l’odierna zona di Siviglia. Altri due imperatori verranno dalla stessa zona: Adriano e Teodosio.
Dopo l’uccisione di Domiziano nel 98 sale al potere Traiano, il grande conquistatore. Con lui l’Impero Romano giunge alla massima espansione. Conquista la Dacia con due campagne militari: la prima nel 101/2, la seconda nel 105/6. I Daci erano relativamente civili e il loro re Decebalo aveva strappato buone condizioni a Domiziano. Traiano, attratto anche dalle miniere d’oro della regione e desideroso di gloria, sbaraglia Decebalo. Il re si suicida per non consegnarsi ai romani ed essere trascinato in catene a Roma dove avrebbe fatto la fine di Vercingetorice. Le fonti scritte su questa conquista sono andate perdute, altrimenti avremmo a disposizione qualcosa di simile alle opere di Cesare sulla conquista della Gallia. Possediamo una stupenda fonte per immagini: la colonna Traiana.
I Barbari vengono descritti morenti o imploranti pietà, suicidi o sottomessi. Non ci sono caduti romani. Spicca la grande organizzazione romana. Un esercito di guerrieri-costruttori, ingegneri, zappatori, edificatori di ponti. Esaltazione dell’organizzazione militare e civile dell’esercito. Ordine, disciplina, armonia. Il Maestro della colonna, così lo chiamiamo perché non ne conosciamo il nome, descrive un cosmo ordinato, armonico, organizzato; spicca il ponte sul Danubio, opera del grande ingegnere Apollodoro di Damasco. Vengono descritti i viaggi di Traiano, i discorsi ai soldati. Le scene finali parlano della pacificazione e della colonizzazione. Frontiera occidentale al sicuro. Paradossalmente la costituzione della Provincia oltre il Danubio sarà in futuro fonte di gravi problemi.
Ora Traiano si rivolge all’Oriente. All’Impero dei Parti, dall’Eufrate all’Indo. Combattere in Oriente è più complesso. L’impero dei Parti ha già sconfitto Crasso in passato, è un’aggregazione statuale di buon livello, con radici culturali radicate, erede dell’Ellenismo. La capitale Ctesifonte viene descritta come una sorta di Eldorado. Si racconta che quando venne portata la testa mozzata di Crasso al re Orode, questi stesse assistendo ad una tragedia di Euripide. I Parti, giocando sulla durezza del clima, sono maestri della guerra di logoramento ed esperti della guerriglia. Accade ai nemici ciò che è accaduto a Carlo XII, Napoleone e Hitler nella campagna di Russia. I romani sono ossessionati dalla conquista dell’impero orientale, per motivi di gloria militare, per il mito di Alessandro, per impadronirsi di immense ricchezze. Così Traiano nel 116 attacca. Conquista relativamente semplice di Ctesifonte. Come accade ai nostri giorni, è più semplice conquistare i territori orientali che mantenere le conquiste. Gli eserciti romani logorati dalla guerriglia si ritirano. Sulla via del ritorno Traiano si ammala e muore. Il suo successore Adriano rinuncia alla conquista. Il confine si stabilizza.
Dopo la morte inizia il mito di Traiano. Felicior Augusto, melior Traiano (Possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano) dirà il Senato. Plinio scrive un panegirico. Incarna il massimo di virtù militari e civili. Ottimo amministratore, mite ma grande guerriero. Dante lo promuove addirittura dall’Inferno al Paradiso per intercessione di Gregorio Magno “…Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio, colui che più al becco mi s’accosta,
la vedovella consolò del figlio… Chi crederebbe giù nel mondo errante che Rifeo Troiano in questo tondo fosse la quinta de le luci sante? … O predestinazion, quanto remota è la radice tua da quelli aspetti che la prima cagion non veggon tota! …” (Paradiso, XX)
Impresa clamorosa: un persecutore di cristiani in Paradiso!
Dopo Traiano, Adriano. Si apre il periodo aureo dell’Impero.
J.V.